02-10-2011

Brasile, passione per l'Italia

Dal 25 al 27 ottobre a San Paolo, 22 cuochi tricolori saranno le stelle della Semana Mesa

la copertina del numero di agosto della rivista Pr

la copertina del numero di agosto della rivista Prazeres da mesa, un numero quasi per intero dedicato alla cucina italiana grazie ai servizi di Leticia Rocha e Luciana Bianchi

Il Brasile in tre parole? Calcio, donne e samba. Però manca una cosa, e non è la saudade e nemmeno la tristeza, per quanto importanti siano per il popolo di una nazione che è un continente nel continente. Penso a un aspetto che ben pochi italiani collegano al paese verdeoro: la sua cucina, che poi è la somma di più cucine e tradizioni nazional-regionali. Nazionali perché è fortemente riduttivo, al di là della lingua ufficiale, pensare che il Brasile sia stato popolato solo dai portoghesi. Sono stati i primi ad arrivarvi, certo non gli ultimi. E regionali, nel senso di locali, per i tanti stati in cui questa repubblica è articolata. Il resto lo fanno, con gli uomini, il clima e la geografia interagendo tra loro, anche subendo situazioni estreme, tra l’Atlantico e le foreste immenso di Amazzonia e Mato Grosso.

Duecento milioni di abitanti, venti/ventuno nella sola San Paolo, terza città più grande al mondo dopo l’inarrivabile Tokyo (che sfiora i 35 con Yokohama e Kawasaki) e la più abbordabile Città del Messico (quasi 23), con i poveri che in queste megalopoli (notare: da sole sommano un terzo degli abitanti dell’Italia), vengono contati a spanne perché ai più interessano ben poco.

Se Rio è allegria (e nel 2016 anche Giochi Olimpici), San Paolo è lavoro, con un paio di record: San Paolo è la città al mondo che accoglie più italiani, cinque milioni (e nell’intero stato che porta il suo nome gli oriundi quasi triplicano, 13 milioni), ma anche la comunità nipponica più vasta fuori dal Giappone, un milione e 300mila abitanti. Importante notare che quest’ultima ha generato una ristorazione di alto livello, penso a Tsuyoshi Murakami e al suo Kinoshita (resta invece ancora in sospeso l'invito a visitare Jun Sakamoto), cosa che ancora sembra non si possa dire dell’italiana, anche se è tutt’altro che ferma.

Josè Barattino, chef al ristorante di cucina italiana dell'hotel Emiliano a San Paolo

Josè Barattino, chef al ristorante di cucina italiana dell'hotel Emiliano a San Paolo

Josè Barattino, ad esempio, è il curioso e bravo chef del ristorante dell’hotel Emiliano a pochi passi dal D.O.M. di Alex Atala. Suo nonno arrivava da Gattinara in Piemonte: “Dopo la migrazione a cavallo di Otto e Novecento, la maggior parte degli italiani giunse in Brasile, e a San Paolo in particolare, durante la seconda Guerra mondiale o subito dopo. Portarono la loro cultura e, ovviamente, pure il loro cibo che piacque subito. Non riuscirei a contare le insegne italiane, oggi pasta e piazza sono delle certezze ovunque. Mangiare una pizza la domenica sera è quasi una scelta obbligata. Devo dire che la cucina italiana è quasi più conosciuta di quella brasiliana, i miei connazionali amano mangiare la mozzarella con il pomodoro, condita con olio e foglie di basilico. Mozzarella vaccina, però ci sono produttori che cercano di offrire una discreta mozzarella di bufala, ma ancora non ci siamo”.

Poi un retroscena: “Le gente vuole mangiare italiana al punto che un cuoco francese, il migliore su piazza, è obbligato ad avere in carta risotto e ravioli”. E non, immagino, spaghetti o pizza perché cucina popolare. Un buon segno per noi, in teoria però perché poi quello che conta è acchiappare le opportunità e farle crescere, altrimenti i treni passano e se non si sale a bordo...

Dopo Bobo Cerea che a fine agosto è stato protagonista al Tiradentes Food Festival, suo fratello Chicco sarà tra i tanti italiani (22 in tutto!) che dal 25 al 27 ottobre a San Paolo calcheranno il palcoscenico della Semana Mesa, la settimana a tavola organizzata dal mensile Prazeres da mesa, i piaceri della tavola, direttore Ricardo Castilho: Massimo Bottura, Aimo Moroni, Paolo Lopriore, Carlo Cracco, Moreno Cedroni, Andrea Berton, Davide Oldani, Ernesto Iaccarino, Valeria Piccini, Dario Cecchini, Gualtiero Marchesi che aprirà il congresso…

La pagina del sito dedicato alla Semana Mesa e alle star italiane che saranno tra poche settimane a S

La pagina del sito dedicato alla Semana Mesa e alle star italiane che saranno tra poche settimane a S

Nova era italiana si intitola un poderoso servizio di Luciana Bianchi nel numero di agosto, in pratica una monografia tricolore. Titolo in copertina: Paixao pela Italia, passione per l’Italia. Poi il sottotitolo: “Entre a tradiçao e a modernidade, um panorama da cozinha mais repetida no mundo”. La cucina più ripetuta, proposta, copiata nel mondo. Verissimo. A Tiradentes, settemila abitanti in un angolo verde e vuoto dello stato di Minas Gerais, mi sono imbattuto nell’immancabile pizzeria e in una improbabile trattoria. Il pomodoro sulla pasta o la pizza, poi grana o mozzarella, due foglie di basilico, un giro di olio è sinonimo di bontà ovunque. Poi ci sarebbe da stabilire il tasso di autenticità dei prodotti, delle sapienze e delle cotture di tantissime “nostre” preparazioni, ma i palati di centinaia di milioni di abitanti della terra sanno, comunque, leggere i nostri piatti più popolari. E in Brasile ancora di più. Ha detto Leticia: “Il popolo italiano è quello che assomiglia di più a quello brasiliano, sempre allegro e gentile, con una lingua facile da comprendere. Quando un brasiliano va in Italia si trova come a casa sua, quando va in Francia popolo, lingua, cucina, costumi, tutto è diverso”. Anche per noi. Ciò non toglie che grandi chef francesi si siano trasferiti in Brasile, come Claude Troisgros che a Roanne ha preferito Rio de Janeiro.

Prazeres da mesa, sempre nel numero di agosto, ha compiuto un viaggio gastronomico nelle 20 nostre regioni. L’eccezionalità? La Rocha non ha cambiato continente, le ha cercate e trovate in Brasile, muovendo da un constatazione che è una verità totalizzante: “Na Italia, tradiçao é assunto sério”, in Italia la tradizione è un soggetto, un argomento serio. Non si scherza sulla tradizione. Però è evidente che tra poco più di tre settimane la modernità di casa nostra verrà contrapposta ai ricordi perpetuati quotidianamente dai vari Marco Renzetti, Paulo Kotzent, Salvatore Loi, Filomena Chiarella, Laura Bonaiuti, Rodrigo Queiroz, Pier Paolo Picchi… Belle emozioni e tante idee. Ma anche la possibilità di confrontarsi perché, come ha detto Barattino, "quello che ci manca vivendo così lontani è il confronto. Tanti ci fanno i complimenti, ma rispetto ai vostri livelli, quanto siamo indietro? Quanto dobbiamo crescere?".


Affari di Gola di Paolo Marchi

Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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