03-01-2024

E' morto Angelo Stoppani, il signor Peck

Primo di sette fratelli bresciani, iniziò come garzone a 13 anni. Con i fratelli Mario, Remo e Lino, nel 1970 acquistò la celebre bottega milanese curando personalmente la produzione degli insaccati. Nel 2003 divenne cavaliere del lavoro

Angelo Stoppani davanti al Quirinale a Roma il 31

Angelo Stoppani davanti al Quirinale a Roma il 31 maggioo 2003, una data molto importante per lui e per tutta la famiglia Stoppani. Venne infatti insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro

Trentun’anni al Giornale e una fortuna: non esisteva una mensa interna, così eravamo liberi di consumare qualcosa dove ci faceva piacere e poi farsi rimborsare un tot che ogni anno cambiava. Io mai un dubbio: Peck in via Spadari. Amavo, e tuttora amo la qualità, perché rinunciarvi? Per un panino qualsiasi? Per qualcosa portato da casa? E non era solo una questione di ottimi piatti. Andare da Peck, voleva anche dire incrociare gli Stoppani e chiacchierare con loro andando oltre le meraviglie in bellavista.

Angelo, classe 1937, ci ha lasciati oggi, martedì 3 gennaio, e in cielo ha trovato ad attenderlo Mario, scomparso nel 2021 ottantunenne. Bresciani, Angelo era il primogenito di sette fratelli e come tale il più indicato per essere nominato cavaliere del lavoro nel corso del 2003. Questi benemeriti non arrivano a tremila unità, i primissimi nel 1901, e tanti o pochi che vi possano sembrare, lavorare è una condizione che li accomuna tutti. Però c’è lavoro e lavoro, soprattutto ci sono inizi ben differenti. E quelli degli Stoppani sono stati particolarmente duri.

Proprio Angelo ricordava che a casa c’era ben poco, tanto da dovere percorrere una ventina di chilometri in bici per recarsi al lavoro come garzone, e non c’erano scuse per disertare. La famiglia arrivava da Corticelle Pieve di Dello a sud di Brescia. Nella scheda di accompagnamento per il cavalierato è scritto con chiarezza: «Il suo percorso imprenditoriale si è sviluppato nel settore del commercio al dettaglio di generi alimentari e caratterizzato da grande lavoro, sacrificio e spirito di iniziativa, grazie ai quali, nonostante la totale mancanza di disponibilità economiche della famiglia, riesce ad affermarsi in un settore completamente diverso rispetto all’attività artigianale del padre, con prodotti esclusivi di alta enogastronomia».

Lui e due fratelli, Mario e Remo, con Lino, attuale presidente della Fipe, che si unì in seguito, arrivarono a Milano non ancora maggiorenni, sessant’anni in tre. Angelo lavorava da quando ne aveva tredici. Una prima salumeria nel 1958, una seconda quattro anni dopo, Peck nel 1970. Bersaglio centrato in pieno al terzo lancio: periferia, centro città, piazza Duomo. Un assoluto paradiso e da sempre, da quando nel 1883 Francesco Peck lasciò Praga per aprire a Milano una bottega dove vendere salumi e carni affumicate.

Sempre avanti e sempre attenti a non fare passi affrettati, anche gli Stoppani misero del loro come il riunire, a fine secolo, negozi satelliti come la Casa del maiale e la Casa del formaggio in una struttura unica. Oppure affidare il ristorante di via Hugo a Carlo Cracco. E zero flanella, regola che valeva per tutti come ricordò una giorno Paolo, figlio di Mario: «Sotto Natale le braccia non bastano mai, così a dodici anni venivamo reclutati per portare i vassoi dalle cucine ai banconi. A me toccava l’insalata russa, pesava una dozzina di chili e bastava una distrazione minima perché ti scappasse di mano. Era dura, ma era anche una bella scuola di vita».

Angelo aveva una passionaccia per carne e salumi, Mario per i vini e i cosiddetti prodotti a marchio, Remo per i formaggi, Lino per i conti. Si ricordava ogni fattura e non c’era verso di prenderlo in castagna. Capitava che iol primogenito buttasse lì una frase del tipo «ho sentito l’azienda Pinco, dicono che nel 1998...». Impossibile: «No, era il gennaio 1999 e ordinarono questo, questo e quest’altro». Ed era vero, sempre.

I quattro fratelli Stoppani in posa davanti alle storiche vetrine di Peck in via Spadari a Milano: da sinistra, Remo, Mario, Angelo e Lino

I quattro fratelli Stoppani in posa davanti alle storiche vetrine di Peck in via Spadari a Milano: da sinistra, Remo, Mario, Angelo e Lino

Amavo ordinare per le miei pause pranzo la gallina bollita sotto gelatina, l’insalata di riso, pane, mortadella e formaggio svizzero, la torta zola e mascarpone, lingua tagliata a mano, il paté rustico, le uova di quaglia sotto maionese. E Angelo, sapendo quanto fossi goloso e curioso, mi portava nella grotta di Alì Babà, nei sotterranei che accoglievano le celle frigorifere, le cucine per gli arrosti e i macchinari per produrre le salsicce, incarico che difficilmente Angelo lasciava ad altri.

Al suo sguardo non sfuggiva nulla e non faceva differenza nel trattare il cliente che doveva stare attento alle mille lire e quello che non badava alle spese. Stile assoluto e una complicità a tutta simpatia come quando ti confidava che «luglio e agosto sono mesi splendidi perché si presentano tanti signori che hanno la moglie in vacanza e fanno loro pagando sempre e solo in contanti, sempre e solo i prodotti e i vini più esclusivi. Guai lasciare tracce». E rideva di gusto.

Angelo Stoppani e Pietro Marzotto, mezzo secolo di Peck

Angelo Stoppani e Pietro Marzotto, mezzo secolo di Peck

Nel 2011 il prima passo indietro con la cessione di due terzi a Pietro Marzotto. Due anni ancora e gli Stoppani uscirono completamente, tenendosi però i muri, con Pier Leone Marzotto proprietario da mille idee. Nuovi capitoli per Peck e ammirazione intatta per gli Stoppani.


Affari di Gola di Paolo Marchi

Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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