23-03-2019
Prima giornata di Identità di Champagne, in sala Gialla tre al Mi.Co., in collaborazione con Veuve Clicquot (tutte le foto sono di Brambilla-Serrani)
La Grande Dame 2008, la più importante cuvée di Veuve Clicquot, non poteva avere un battesimo migliore, durante Identità di Champagne. Perché le tre chef protagoniste, cioè Martina Caruso, Marta Scalabrini e Antonia Klugmann, hanno seguito quello che lo chef de cave Dominque Demarville aveva già fatto con questo vino, con una rivoluzione che ha portato La Grande Dame, inizialmente un assemblaggio di 60% di Pinot Noir e 40% di Chardonnay, all’attuale 92% di Pinot Noir. Quasi un blanc de noirs. Tutte hanno avuto il coraggio di osare, per degli abbinamenti audaci, ma anche legati alla memoria.
Martina Caruso ha inaugurato la giornata
Martina, siciliana di nascita, è chef di Signum di Salina, riconosciuta chef Donna Michelin 2019, che a soli venticinque anni ha conquistato la sua prima stella Michelin. Il suo racconto per l’occasione è un piatto che vuole dare enfasi alla materia prima, che non può non richiamare il mare; la scelta ricade su una proteina che Martina ama particolarmente, la triglia, trattata in modo perfetto. Cottura veloce e delicata attraverso un forno vapore, ma della quale ogni sua parte viene ripresa e riportata nel piatto.
La preparazione del piatto a base di triglia
Una preparazione in totale sinergia con La Grande Dame 2008, che costituisce un tributo a Madame Clicquot. Un vino audace e sottile, dalla salina cremosità, dove la predominanza del Pinot Nero combina profondità, leggerezza e grande eleganza. (Fosca Tortorelli)
Marta Scalabrini e il suo legame con Aristotele
L'audace gelato realizzato dalla giovane chef
E così si arriva alle Instagram Stories: «Se non sei veloce, in questa società, sei tagliato fuori. Così ho pensato che dovevo trasformare un prodotto storico, come l’aceto balsamico tradizionale di Modena, in qualcosa di “aerodinamico”». Nasce quindi un gelato dove le componenti storiche dell’aceto, cioè l’essenza dei legni delle botti di affinamento (la denominazione ne prevede 7 differenti, con almeno 5 obbligatori per legge), in elementi singoli, declinando di volta in volta ciliegio, ginepro e gelso, per fare alcuni esempi, in salse e meringhe. (Raffaele Foglia)
I ricordi e i sorrisi di Antonia Klugmann
E il sorriso di Antonia è sicuramente la migliore interpretazione di questo concetto. «La cucina è un grande fiume che scorre – racconta – il mio desiderio è bagnarmi dentro, senza essere significativa, ma per divertirmi, mangiando carne, pesce e verdure. Ma l’abbinamento tra la carne e la frutta è quello che più di tutti e dentro di me».
Il suo piatto ricalca il suo amore tra carne e frutta
E poi c’è il kiwi giallo: «Siamo tra i maggiori produttori al mondo. E in questa stagione quello più buono è il kiwi giallo». Il risultato è un piatto di grande equilibrio e che trova un matrimonio perfetto con La Grande Dame. «Ho 40 anni, cucino da 20. Rispetto a prima, ora faccio fatica ad accontentarmi, piuttosto faccio tante prove finché non arrivo al risultato finale voluto». Chapeau. (Raffaele Foglia)
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A cura della redazione di Identità Golose