14-04-2019
Isabella Potì, chef di Bros a Lecce, è stata ospite, durante il congresso di Identità Golose, della mattinata dedicata alla televisione e alla comunicazione della cucina
C’era una volta la pubblicità. C’era una volta la televisione. C’erano una volta i giornali. Poi arrivarono i social. E tutto cambiò.
I “social” hanno sviluppato un modo di ragionare che si basa sulla componente emotiva che tutti noi abbiamo, a scapito di quella riflessiva e razionale. Questo modo di ragionare è oggi una “cultura “, ed è irreversibile. Può sembrare un ragionamento alto, troppo alto per un pezzo sui cuochi.
Sul palco di Identità con Paolo Marchi
E’ da un po’ di tempo che non ci si riusciva a spiegare le ragioni del grande, immediato, crescente e velocissimo successo di cuochi fino a poco tempo fa sconosciuti ai più. Gianluca Gorini, di DaGorini, Diego Rossi di Trippa, tanto per fare due nomi.
Certo, le presenze televisive aiutano, e la stampa pure, ma è questo sapersi relazionare con il proprio pubblico (che al 99% è “fuori” dal ristorante e niente ha a che vedere coi piatti e il cibo) che costruisce scambio di emozione.
E anche Isabella, regina di Instagram.
di
Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico