12-02-2018
Luca Sacchi, milanese di Abbiategrasso, classe 1986. Entrò al Ristorante Cracco nel maggio 2007, diventando capo-pasticcere e nel 2014 sous chef. Mercoledì 21 febbraio attesissimo primo servizio da Cracco in Galleria, sabato 3 marzo (ore 15) relatore di Dossier Dessert a Identità Milano
«Era il maggio del 2007, lavoravo al Caffè Scala, società di banqueting di Milano. Il mio collega Iacopo (Zambarbieri, collaboratore di Identità Golose, ndr) mi disse che Cracco stava cercando qualcuno per la pasticceria. All’epoca non l’avevo mai sentito nominare. Accettai. Quando cominciai, sopra di me c’erano due ragazzi. Dopo una settimana il primo scappò. Il mese dopo il secondo abbandonò a metà servizio. Sopra, mi ritrovai solo Matteo Baronetto. Da uno a dieci ero terrorizzato mille». È la sliding door più importante di Luca Sacchi, il cuoco che, un decennio dopo e poco più, si ritrova sous chef di Cracco in Galleria, l’apertura più attesa dell’anno, inaugurazione prevista per il 21 febbraio. La struttura la conosciamo già: al piano terra ci sarà il caffè e pasticceria, al piano ammezzato il laboratorio per addetti ai lavori, al -1 l’enoteca, al primo piano il ristorante gourmet e al secondo lo spazio eventi. Poco sapevamo invece della composizione della squadra. Chiamiamo Sacchi al telefono che si sente il trapano in sottofondo: «Ci sono ancora gli operai, ma siamo quasi pronti. Siamo molto felici della squadra che abbiamo messo in piedi, una settantina di persone. Il responsabile del laboratorio di pasticceria sarà Marco Pedron, 34 anni, a lungo al fianco di Luigi Biasetto. Ci conosciamo molto bene, siamo molto legati. Condividiamo tutto. Faremo brioches, colombe, cioccolato… Il responsabile dell’enoteca sarà invece Alex Bartoli, a lungo da Pinchiorri. Un vero malato di vino. In sala tornerà da Mosca Alessandro Troccoli». E poi ci sarà Luca, regista on site di tutte le cucine del progetto: «Sono stato il primo a fare il sopralluogo in Galleria, ancora prima del bando. Carlo avrebbe dato troppo nell’occhio. Mi lega a lui un grande rapporto umano. Mi sento in debito per tutto quello che ha fatto per la cucina e per me. Merita il massimo. Ci vorrà tempo, ma alla fine avrà quel che merita».
Con Cracco davanti al cantiere in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano
Cioccolato bruciato e prezzemolo bollito, il più celebre dei dolci sacchiani
A 20 anni torna su alla Meridiana di Garlenda, nell’entroterra savonese. Curiosamente, c’era stato anni prima anche il futuro capo Cracco. «All’epoca in cucina c’era Luigi Taglienti (ora una stella Michelin al Lume di Milano, ndr). Fu il primo ruolo di responsabilità. Eravamo solo in 4 in cucina, facevamo tutto. Ricordo le Sacripantine (torta a cupola di origini genovesi, ndr), le pesche di Albenga ripiene…». Sei mesi al Caffè Scala ed eccoci ai primi passi in via Victor Hugo a Milano. «Vinsi il terrore degli inizi grazie a Matteo Baronetto. Abbiamo lavorato assieme per quasi 7 anni. Avevamo un rapporto molto bello. M’ha fatto galoppare parecchio, tirando fuori tutto quello che sono oggi. Mi ha formato in tutto tranne che su una cosa, le regole di pasticceria. Lui non le seguiva, semmai ne costruiva di nuove. Io sono più incline ad assecondare le tecniche, mirate al risultato». Ma pasticceria è libertà: «La amo perché una bistecca è sempre quella, devi stare attento a non rovinarla. Di un dessert decide tutto l’artefice: forma, ingredienti, consistenze, temperature».
Luca Sacchi (primo a destra) ai tempi in cui imparava da Matteo Baronetto (terzo da destra)
Selezione di frutta ghiacciata
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt