12-09-2024
Ciccio Filippelli, Duodecim Pizze, via Louis Braille 1, Rende (Cosenza)
La storia di Ciccio Filippelli come pizzaiolo si costruisce tra Salerno e Milano dove ha maturato importanti esperienze. Prima braccio destro di Matteo Mevio presso la pizzeria Marghe a Milano e poi suo successore, nel 2019 apre sempre a Milano Marì e nel 2021 il colpo di scena: Filippelli decide di tornare a Rende in Calabria, sua terra natale con un nuovo progetto, Duodecim Pizze. Al Sud porta con sé la sua visione, una pizza sicuramente “altra” e innovativa rispetto al panorama in cui si colloca. Duodecim esprime un ritorno alle origini in tutti i sensi, si concretizza prendendo inizialmente ispirazione dal territorio e dal desiderio di valorizzare i prodotti locali, per poi allargarsi alla ricerca della qualità anche tra le regioni limitrofe. Dall’apertura ad oggi, in soli tre anni Filippelli riesce a costruirsi una sua identità professionale e uno stile di pizza riconoscibile che non somiglia a nessun altro, che non cerca di imitare o soprattutto di seguire tendenze. Proprio per questo rifugge cornicioni a canotto, alveolature esagerate o una ricerca esasperata delle tradizioni locali il suo approccio alla pizza si può definire neo-classico. Ciccio Filippelli decide, infatti, di partire dalla scuola napoletana e partenopea in generale ma con una sua personale ricerca sull’impasto e sulla tipologia di farine usate,. Se alla vista la pizza da Duodecim potrebbe richiamare l'aspetto della classica pizza napoletana, cambia completamente al morso quando senti quel leggero effetto crunch e una bella consistenza dell’impasto dato dall’utilizzo di farine meno raffinate. La texture del disco di pasta è leggera, frutto di un blend – come lo stesso pizzaiolo ci spiega - di farina di tipo 0 e tipo 1 (una semi- integrale), un’idratazione intorno al 70% e un impasto diretto a doppia lievitazione, con una prima parte a temperatura ambiente per poi concludersi dopo lo staglio in cella frigo. E come ci tiene a sottolineare il patron di Duodecim: «Non utilizzo l’impasto mai prima delle 24 ore e mai dopo le 48. Ho individuato questa tempistica come il punto massimo di maturazione della massa in cui riesco ad ottenere un prodotto fragrante e scioglievole come piace a me». Ci troviamo di fronte a un impasto moderno e unico, molto personale e ben distinguibile. Aspetto meritevole nella fenomenologia della pizza contemporanea, che si rafforza con l’utilizzo di ingredienti che sanno raccontare il sud e non solo la Calabria, e la creazione di topping anch’essi definibili “neo-classici” o moderni di tradizione. E ora vi spieghiamo perché.
Margherita e Quattro Bianchi
Diavola Strong
Tra gli assaggi che convincono subito c’è la N’dujami, con fiordilatte e bufala, pacchetelle gialla, Nduja di Spilinga, stracciata di Vaccino, erba cipollina, scaglie di parmigiano e semi di papavero, pizza signature di casa che riesce a essere golosa ed elegante, fresca e sostanziosa allo stesso tempo e poi la 4 Bianchi Again, rifacimento di una Quattro formaggi che combina crema di ricotta di bufala, mozzarella di bufala, gorgonzola dolce, granella di nocciole, ricotta salata, miele millefiori, basilico e olio extravergine d'oliva. Morso importante, sostanzioso, una pizza classica che sa rinnovarsi, ideale da condividere e che ha tutti i numeri per diventare quasi una pizza dolce o comunque da mangiare come ultima portata. Tra le pizze storiche c’è la Marinara del pescatore 2.0 con pomodoro pelato biologico, datterino rosso e giallo, Alici di Cetara, olive taggiasche, origano dell’altopiano della Sila, aglio di Calabria, basilico e olio evo e poi troviamo anche la Diavola Strong, una diavola che ha finalmente il piacere di essere definita tale con salame piccante di maialino rosa casertano, N’duja di Spilinga, peperoncino rosso locale frantumato, basilico fresco e olio evo bio su base di pomodoro e mozzarella. Proposta interessante è la Fidati di me, un assoluto di peperoni, che gioca in modo ironico sulla sua sedicente indigeribilità, con crema di peperoni locali gialli e rossi, fior d’Agerola, peperoni saltati in padella con olio e cipolla rossa di Tropea, friggitelli locali fritti, gocce di mayo al basilico locale e tarallo mandorlato sbriciolato, basilico fresco e olio evo.
Fidati di Me
Pizza fritta Made in sud
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport
Una splendida Margherita de La Sorgente a Guardiagrele (Chieti)
Una delle pizze di stagione, una migliore dell'altra, di Pier Daniele Seu al suo Seu Pizza Illuminati di Roma
La splendida vista dai giardini terrazzati di Villa Paola, boutique hotel a Tropea (Vibo Valentia), sulla Costa degli Dei in Calabria, che ospita al suo interno il ristorante De’ Minimi guidato dallo chef Emanuele Pucci