17-05-2017
L'insegna della pizzeria romana Giulietta così come la si trova sulla porta che conduce alla cucina, da cui escono i molti fritti presenti in carta: scagliozze, mozzarella in carrozza, panzerotti, frittata di pasta, zeppole e tanto altro
Roma contro Napoli. Non stiamo parlando di calcio, delle due squadre che stanno lottando tra loro nelle prime posizioni della Serie A, bensì di pizza. Infatti da qualche mese nella capitale ha aperto Giulietta, la “pizzeria della Bowerman” come si dice a Roma, dove è possibile mangiare sia la pizza romana che la vera napoletana (la consulenza è dei fratelli campani Salvatore e Francesco Salvo di San Giorgio a Cremano, nota famiglia di pizzaioli da generazioni). Le differenze tra le due tipologie sono queste: se la romana è larga, sottile (solitamente veniva tirata con il mattarello), “scrocchiarella”, dal cornicione friabile e poco pronunciato, la napoletana è più piccola, più tenera, con un cornicione evidente, alveolato e morbido. Vediamo adesso cosa succede sul bancone in marmo di Giulietta dove lavorano, di fronte ai due forni a legna, le due squadre di pizzaioli, osservando differenze e similitudini. Pizza napoletana. Luigi Palomba, Giovanni Lombardi e Marco Abate sono i tre pizzaioli napoletani allievi dei fratelli Salvo che qui portano avanti la filosofia della pizzeria d’origine, dall’impasto alla selezione degli ingredienti, di altissima qualità, da mettere sul disco bianco. La pasta viene fatta con un’impastatrice a braccio tuffante, perché non scalda e permette una maggiore ossigenazione dell’impasto. Quest’ultimo è un impasto diretto composto da un blend di farine 0 e 00, pochissimo lievito di birra, con un’idratazione al 64-65%, e viene fatto maturare per 24 ore a 24°C costanti, di cui 18 ore in unica massa e le restanti 8 come palline da 300/310 gr. Il forno viene acceso qualche ora prima dell’apertura e la legna utilizzata è faggio essiccato, così da avere sempre la fiamma viva, come da tradizione, a una temperatura costante di circa 450/480°C. Vista l’alta temperatura la pizza cuoce per soli 60-90 secondi e ne vengono messe in forno solo due o tre per volta. L’olio extravergine di oliva, che non è aggiunto all’impasto, viene però messo sempre in cottura e aggiunto a crudo (quattro tipi di oli diversi a seconda dlle pizze). La pizza è la “vera napoletana” dal cornicione pronunciato ma non eccessivo e dall’alveolatura fine e soffice al tatto.
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food writer and traveller, torinese di nascita ma romana d'adozione, da sempre nel mondo della comunicazione, scrive di enogastronomia “per caso” e per passione su diverse testate nazionali