31-07-2022

Ospitalità e vino, abbinamento perfetto. I consigli dei nostri esperti

I produttori di vino hanno compreso l’importanza di poter realizzare un sistema integrato virtuoso: non solo ottimi calici di vino ma anche la possibilità di far trascorrere piacevoli momenti ai propri clienti

La significativa meridiana che accoglie gli ospiti

La significativa meridiana che accoglie gli ospiti da Ceraudo, a Strongoli in Calabria. Per restare sempre aggiornato, iscirviti alla nostra newsletter vino qui

Ormai parlare di enoturismo diventa riduttivo. Se negli anni Novanta era quasi difficile fare una visita in cantina, una degustazione, perché le aziende non erano attrezzate e organizzate, ora le porte si stanno sempre più aprendo. Certo, di strada bisogna ancora farne, ma i produttori di vino hanno compreso l’importanza di poter realizzare un sistema integrato virtuoso che, sempre senza distogliere la giusta attenzione al vino, diventa un’occasione per far trascorrere piacevoli momenti ai propri clienti e offrire non solo un buon calice, ma anche un’esperienza immersiva ed emozionante nel mondo della viticoltura italiana. Il presente (e non solo il futuro) è aprire le porte e offrire non solo una stanza in mezzo alle vigne, che già potrebbe essere suggestivo, ma un modo per coinvolgere i propri ospiti, affinché portino a casa un buon ricordo (e magari qualche bottiglia di vino, che non fa mai male) e un’esperienza da raccontare agli amici, trasformando un soggiorno “immersi nel vino” anche nel più classico e antico degli strumenti di marketing: il passaparola.
(Raffaele Foglia)

 

Villa Sparina, il romanticismo del Gavi

Chi c’è stato magari per il giorno più romantico, quello del matrimonio, non vede l’ora di tornarci per dire ancora sì: alla vita e alla bellezza del territorio e del vino che produce. Ma in qualsiasi circostanza questa location, fortemente legata al suo vino, sa unire a sé. Villa Sparina è Gavi, terra e bottiglie alleate ai sapori della tavola. Una simbiosi totale tra la cornice e il contenuto, tanto che non si possono facilmente vedere i confini tra i due. In questo Ostelliere, 4 Stelle Superior, si coglie dal primo sguardo lo spirito che guida i fratelli Moccagatta con la complicità dell’abbraccio dei vigneti. Si può cogliere la storia del Gavi dunque fin dalle colline piemontesi, esplorando poi la cantina che – lo scorso anno - ha ricevuto anche il premio di European Winery of the Year 2021 della rivista statunitense Wine Enthusiast. Ci si può addentrare nella storia e nel futuro, in questi 100 ettari di cui due terzi dedicati alla coltivazione di vitigni autoctoni. Il Gavi appunto, ma un omaggio alla tradizione e alla famiglia passa dalla Barbera. E per chi vuole vivere fino in fondo questa simbiosi, c’è l’etichetta Villa Sparina 10 anni a rivelare la custodia di un gioioso segreto in cantina per dieci anni appunto.
(Marilena Lualdi)

 

Gustare il Kerner al maso di Rielinger

L’altopiano di Renon domina da una posizione privilegiata la piana di Bolzano con un altezza media sopra i 1000 metri. Clima più mite rispetto alla pianura, venti docili e notevoli escursioni termiche. Poco più sotto, a Collalbo, Rielinger produce vini secondo le direttive per l'agricoltura biologica - certificate dall'asoociazione Bioland – e offre ospitalità in un maso ristrutturato dove si possono passare giorni di relax in 4 appartamenti e nell’osteria dove sono servite le specialità prodotte e lavorate per essere offerte agli ospiti. Una vacanza qui significa entrare in contatto con gli usi e le tradizione contadine, avvicinarsi alla natura e degustare gli ottimi vini della cantina. Fra questi il Kerner – incrocio tra Riesilng e Schiava – è uno dei vitigni tipici dell’Alto Adige che qui, e lungo tutto la Valle Isarco, esprime al meglio aromi e profumi. Rielinger lo coltiva in un piccolo appezzamento su un ripido pendio terrazzato esposto verso sud. Il vino è prodotto dopo una doppia vendemmia, fatta rigorosamente a mano, macerazione e freddo e fermentazione a 18° in vasche d’acciaio. Il 30% del vino è fermentato spontaneamente un una botte di acacia e stagionato fino meta febbraio. Il risultato è un prodotto fresco, aromatico, vivace. Da servire a 12 gradi per accompagnare aperitivi e carni bianche o da gustare direttamente al Maso Rielinger con le delizie della cucina.
(Maurizio Trezzi)

 

Da Renato Keber per un viaggio nel Collio

L’azienda vinicola Renato Keber - 15 ettari vitati - si trova a Cormons, nel cuore del Collio Goriziano, sulla collinetta di Zegla, dove la famiglia di Keber vive da generazioni, da quando vi si stabilì il bisnonno di Renato nei primi del XX secolo (e ancora si trattava di territorio austriaco). E già all’epoca, insieme ad altre attività agricole, si produceva vino. Sì, perché il piccolo cru di Zegla - che dà il nome alla riserva di Friulano dei Keber - è in una zona particolarmente vocata per i bianchi, con la sua esposizione a sud-est e la classica ponka di marne e arenarie, a due passi dal confine sloveno. Dal 2012, il progetto Zegla si è esteso con etichetta comune alle aziende - anch’esse biologiche e a pochi passi - Edi Keber e Michele Blazic, nell’intento comune dichiarato di dimostrare la capacità di invecchiamento dei vini prodotti su quella collina, con l’uscita delle bottiglie dopo almeno 6 anni. E che il cammino intrapreso riserverà piacevoli sorprese lo dimostra la vitalità dell’annata 2013 che abbiamo assaggiato, un vino maturo ma che molto ha ancora da dire (oggi Keber propone in commercio la 2015). Da Renato Keber è possibile anche soggiornare, in quattro appartamenti e due camere con colazione, nell’alloggio agrituristico nel verde che porta il nome del cru e da Cormons partire alla scoperta delle vigne, ma non solo, del Collio-Brda.
(Amelia De Francesco)

 

Castello di Spessa, rilassarsi con la vinoterapia

Abbandonando la strada provinciale per una strada secondaria, superato un piccolo ponte, dopo una curva, ci si immerge nella magica dimensione del Castello di Spessa Golf Wine Resort & Spa. Un paesaggio inaspettato fatto di colline morbide, strade sinuose e vigneti. L’accoglienza è elegante, attenta e strutturata: suites, stanze country chic e appartamenti digital detox per scegliere la tipologia di pernotto; il campo da golf, 18 buche immerse nei vigneti; la Vinum SPA, 2.000mq improntati sulla vinoterapia; tre proposte ristorative, La Tavernetta al Castello come proposta gourmet, l’Hosteria del Castello per godere quotidianamente dei prodotti locali e il Bistrot di Casanova, un angolino intimo per aperitivi e degustazioni; visite nella Cantina di invecchiamento e affinamento, sotto il maniero, con degustazione dei vini di Castello di Spessa. “Le Basi delle Bollicine” è una delle degustazioni proposte, attraverso la quale è possibile scoprire, attraverso le tre basi di Ribolla Collio, Pinot Nero Collio e Chardonnay Isonzo, le caratteristiche delle due bollicine di questa etichetta, il Pertè, metodo Martinotti, e l’Amadeus, metodo classico. Il divertimento in tutti i pacchetti degustazione offerti, sta proprio nel conoscere e ragionare sui due diversi terroir, Collio e Isonzo, che, per quanto abbiano caratteristiche diverse, nei vigneti del Castello di Spessa sono separati da una semplice stradina di campagna.
(Stefania Oggioni)

 

Castello di Vicarello, pace e silenzio nella Maremma

Amore a prima vista. Carlo Baccheschi Berti con la moglie Aurora, dopo una vita trascorsa tra Bali e Milano lavorando nel mondo della moda e dell’arredamento, visitarono quelle che, al tempo, erano le rovine del Castello di Vicarello. Come detto, fu amore a prima vista, così si trasferirono insieme ai tre figli in questo angolo sconosciuto della “selvaggia” Maremma. Il restauro del castello, prima come abitazione e poi come struttura ricettiva, durò più di 12 anni. E in parte prosegue ancora oggi. Castello di Vicarello è diventato una meta ricca di suggestione, con una vista splendida sul Mar Tirreno, dove regnano pace e silenzio. Con un clima ottimale anche per la realizzazione di vini di buon livello. Così, accolti in una delle lussuose suite del castello, si può assaggiare per esempio il Castello di Vicarello: «È il nostro cru – racconta Brando Baccheschi Berti, figlio di Carlo e Aurora – Si tratta di 1,1 ettari con 14 mila ceppi. Viene realizzato con 45% di Cabernet Franc, 45% di Cabernet Sauvignon, e 10% di Petit Verdot». Il vino ha uno stile molto francese, o meglio bordolese: eleganza e austerità al naso, che pian piano si apre con una gamma aromatica ampia ma non invasiva. In bocca mostra un carattere deciso, con un tannino molto presente ma anche fine e non fastidioso. Buon equilibrio fin da subito, ma è sicuramente un vino da invecchiamento.

 

Le Pianore, la natura abbraccia il vino

Le Pianore è il sogno realizzato della famiglia Micillo, che nel 1990 decide di allontanarsi dalla Campania per approdare a Monticello Amiata, nel cuore della Maremma Toscana. Partendo da zero, con passione, impegno e dedizione consolidano la loro idea di azienda agricola e realizzano questa splendida e accogliente realtà, dove uomo e natura si fondono e si rispettano vicendevolmente. Circondato dalla biodiversità del Monte Amiata, con i suoi 60 ettari e oltre (di cui 30 a bosco), le Pianore è area protetta e Rifugio Naturalistico riconosciuto dall’Ente Parchi Nazionali, inoltre oggi l’azienda è certificata CCPB e in azienda e in cantina il 90% dell’energia utilizzata deriva da fonti rinnovabili. Filippo Micillo, designer convertito all’agricoltura, oltre a curare vigneti e cantina, ha messo a punto la costruzione di due yurte originali mongole e della Pagliatella, una struttura in legno e paglia costruita secondo le tecniche più recenti di bioedilizia, rifinita con materiali naturali e al 100% autosufficiente. Accoglienza e cura si respirano a pieni polmoni e si riconoscono nella cura dei dettagli e dei vini prodotti, che raccontano il rispetto della terra. I tappi usati sono del tutto riciclabili e le etichette sono stampate su carta rCrush Grape FSC prodotta da residui della pigiatura dell’uva combinati con acqua e fibre naturali. Da non farsi scappare il loro Montecucco Rosso Doc Tiniatus 2018.
(Fosca Tortorelli)

 

Roccafiore Wine Resort, accoglienza green

Le verdi colline che circondano Todi ospitano la bella tenuta di proprietà della famiglia Baccarelli dal 1999, ora guidata dal giovane e talentuoso Luca. Roccafiore nasce come progetto di sostenibilità ambientale e di sperimentazione continua, attraverso la costante ricerca di nuove formule a basso impatto ambientale per dare vita a vini di grande qualità. La cantina è affiancata da un elegante resort con spa e ristorante, dalle forme architettoniche che si inseriscono armoniosamente tra le colline. Un vero albergo di campagna, dove concedersi i piaceri dell’ospitalità, del benessere e della cucina gourmet, tra aria limpida, profumi di erbe e piante aromatiche, quiete e silenzio rigenerante. Quindici ettari vitati, a corpo unico, coltivati da sempre seguendo i dettami dell’agricoltura biologica e sostenibile, circondano il wine resort. Fiore all'occhiello della produzione, l'Umbria Grechetto IGT "Fiorfiore", un bianco dai profumi di fiori di ginestra, mela cotogna e miele di acacia, con soffusi richiami di erbe officinali e un sorso teso, strutturato e suadente, di grande personalità.
(Adele Granieri)

 

Casa Comerci, dove l’ospitalità è tradizione

Territorio e ospitalità, tradizioni ed enoturismo, a Casa Comerci si racconta l’identità di familiare che ha caratterizzato tutte le scelte dell'azienda: oggi sono 45.000 le bottiglie prodotte nel cuore della Costa degli Dei su una distesa di 15 ettari di vigneti che guardano l'Etna da un lato e l'Aspromonte dall'altro. A Nicotera, città della Dieta Mediterranea, Rosa Comerci accompagna ospiti e winelovers in un percorso enologico che affonda le proprie radici in un tempo lontano: tra le diverse attività, oltre le degustazioni ed i corsi di cucina tipica della gastronomia locale, è possibile soggiornare nelle tre camere della struttura, usufruire della piscina che si erge sui vigneti e partecipare alla vendemmia (quest'anno prevista per fine ottobre). Una vera e propria immersione nei luoghi storici della viticoltura meriodionale: qui, l’avvocato Domenicoantonio Silipo, ha deciso di rilanciare l'azienda di famiglia puntando tutta l'attenzione sulle varietà autoctone come il Magliocco Canino ed il Greco Bianco e sperimentando diversi tipi di vinificazione che oggi danno vita a tutta la gamma dei vini della bella realtà calabrese.
(Salvo Ognibene)

 

Dattilo e Grayasusi, il rosato dell’estate

Se nel 1973 Roberto Ceraudo non avesse avuto la visione pionieristica di trasformare Contrada Dattilo in un posto unico al mondo per biodiversità con una vocazione totale per il mio bio oggi ci perderemmo un paradiso a cielo aperto che ogni angolo di questa porzione di Calabria può offrire a chi la visita. Un padre che ha trasmesso ai propri figli Giuseppe, Susy e Caterina l’amore per le proprie origini e li ha accompagnati in un viaggio alla ricerca di un posto autorevole che hanno ormai da molto tempo: accoglienza, ristorazione stellata e pic-nic in mezzo agli ulivi secolari, olio e vini identitari. Una cantina ripensata nel 2020 e ben integrata nel rinnovato wine resort per offrire agli ospiti un angolo di pace dove si supera, anzi, si apprezza, la scarsa ricettività del cellulare. Per noi Grayasusi è un rosso travestito da rosato con l’accezione migliore del termine. Un’interpretazione magistrale del vitigno Gaglioppo. Ciliegia matura, confettura di frutta rossa, rosa canina al naso e all’assaggio, stesse note che esaltano la freschezza del sorso fondendo in maniera impeccabile nell’equilibrata morbidezza. Un rosato in continua evoluzione.
(Cinzia Benzi)

 

Planeta a Menfi: Sicilia a pieni polmoni

Mare, paesaggi, storia e cultura. Ma non solo: nel 2021 la Sicilia è stata la destinazione più battuta dai turisti enogastronomici italiani e stranieri. Per confermare allora i trend della scorsa stagione, il consiglio è di tornare in Trinacria e fermarsi a Menfi, suggestivo borgo in provincia di Agrigento, lungo la costa sud occidentale dell’isola. Tra le forme morbide delle colline ricoperte di vigneti e di uliveti, l’enoturista buongustaio troverà approdo sicuro a La Foresteria, esclusivo wine-resort di charme della famiglia Planeta, nota e affermata maison del panorama vitivinicolo italiano e internazionale. Vista mozzafiato sul sole che tramonta al mare, quattordici camere country-chic, la struttura è il luogo ideale per chi vuole lasciarsi conquistare dalla buona cucina dello chef Angelo Pumilia, godere del silenzio del paesaggio dai terrazzini privati o dalla piscina panoramica, rilassarsi nella spiaggia poco distante, davanti al mare di Porto Palo, 24 volte consecutive Bandiera Blu, oppure sedersi comodamente in sala degustazione per un tasting guidato delle etichette dell’azienda. È possibile inoltre organizzare dal resort Winery Experience e Tailor made tour nelle cinque tenute dell’azienda, dalle vicine Ulmo e Dispensa (quest’ultima solitamente non aperta al pubblico) a quelle più distanti sull’Etna, a Vittoria, a Noto e a Milazzo. Imperdibili le due etichette Didacus dedicate a Diego Planeta, imprenditore visionario e lungimirante, scomparso due anni fa, che proprio da Menfi negli anni ’70 fu promotore del rilancio d’immagine del vino siciliano nel mondo affermandone identità e qualità.
(Davide Visiello)

 

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In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

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Identità Golose