18-07-2021
Il Grand Vintage 2013 di Moët & Chandon in versione rosé ha un assemblaggio con una prevalenza di Pinot Nero (44% di cui 14% di vino rosso), 35% Chardonnay e 21% Meunier
Nel 1842 Moët & Chandon crea, per la prima volta, lo Champagne Grand Vintage, una bollicina rivolta ai grandi intenditori americani e britannici, amanti di espressioni più mature e invecchiate dello Champagne. Oggi lo Chef de Cave, Benoît Gouez, insieme all’executive chef della Maison, Marco Fadiga, presentano il millesimo 2013 nell’assemblaggio 41% Chardonnay, 38% Pinot Noir e 21% Meunier, oltre alla versione Rosé con una prevalenza di Pinot Nero (44% di cui 14% di vino rosso), 35% Chardonnay e 21% Meunier. Due autentici fuoriclasse.
Lo Chef de Cave Benoît Gouez
Se il giallo paglierino del Grand Vintage 2013 ci cattura la vista con i suoi riflessi dorati e la persistenza delle bollicine, al naso la complessità si fonde con tostature, note autunnali di castagne arrosto e frutta secca. Al sorso, invece, esprime energia e un’ acidità vibrante che chiude con note di pompelmo, iodate con accenni a resina di pino.
Il Grand Vintage 2013 Moët & Chandon ha un assemblaggio 41% Chardonnay, 38% Pinot Noir e 21% Meunier
L’originalità di questa degustazione virtuale ci ha coinvolto in un esercizio culinario inedito, guidato magistralmente dal cuoco Fadiga e supervisionato da Benoît Gouez. In effetti, in Maison, il food pairing è un beneficio a vantaggio di un circolo ristretto di ospiti a Epernay. In sede viene proposto un menù degustazione con un costante trittico d’ingredienti per piatto. Gli chef ci hanno fatto vestire in maniera consona per lavorare in cucina e, attraverso una scatola piena di ingredienti, sapientemente selezionati dallo chef e preparati grazie al team Da Vittorio, in compagnia di colleghe italo-spagnole ci siamo messe ai fornelli per cercare di riprodurre la ricetta dell’astice in umido con brodo di granatina e pompelmo.
Fadiga sostiene: «Le raccomandazioni che abbiamo sviluppato con Benoît Gouez sono state pensate specificamente, in modo da poter essere applicate universalmente, indipendentemente dalla cultura gastronomica o dall'occasione, per amplificare qualsiasi esperienza di degustazione dello Champagne». Il principio di abbinare, attraverso il colore degli ingredienti e degli Champagne si completa con il concetto di sapidità, croccantezza e semplicità. «È straordinario che non sia stato scritto quasi nulla su come vada abbinato il cibo allo Champagne - afferma Gouez. Come per tutti i vini, gli aromi dello champagne si rivelano ancora meglio se abbinati a piatti ben selezionati». Con grande rispetto del lavoro di entrambi gli Chef della Moët & Chandon ci togliamo la giacca da chef e vestiamo con più sintonia quella di estimatori di questi Grand Vintage 2013.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)