Fabrizio Marino
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Primo piano Su Identità Digitali, sette piccole rivoluzioni e un unico comune denominatore: la pasta
La nuova sfida di casa Vietti è il Derthona Timorasso: prima annata il 2018
Loro, Elena e Luca Currado Vietti, lo hanno chiamato il “Barolo bianco”. Perché credono nelle potenzialità di questo vitigno che, negli ultimi anni, ha avuto un particolare successo, venendo riscoperto da vari produttori.
Parliamo del Timorasso, l’ultimo progetto in ordine di tempo dell’azienda Vietti di Castiglione Falletto, nel cuore delle Langhe del Barolo. Ma non è certo qui che il Timorasso trova spazio, bensì sui Colli Tortonesi, a circa 100 chilometri di distanza.
Luca Currado Vietti e la moglie Elena
«Ci siamo innamorati dei Colli Tortonesi perché ci ricordano come erano le Langhe negli anni Settanta – affermano Elena e Luca – In questo territorio i vigneti sono circondati da altre coltivazioni e dai boschi e questa situazione consente di mantenere una grande biodiversità».
Uno scorcio della cantina
Un ruolo importantissimo nella riscoperta di questo vitigno lo ha avuto – e lo ha tuttora – Walter Massa, che negli anni Ottanta lo vinificò per la prima volta in purezza. Sulla scia della scelta di Massa, che sin dal principio interpretò le caratteristiche di longevità del Timorasso, altri produttori iniziarono a produrlo, tanto da portare in auge questa zona vitivinicola. Così nasce il Derthona Colli Tortonesi Doc, vino prodotto esclusivamente da uve Timorasso coltivate nei 47 Comuni della zona.
Una splendida immagine dei vigneti
Curioso come Alfredo Currado si procurò l’uva per la prima vinificazione. Trovandosi di fronte alla necessità di raggiungere tanti piccoli produttori si rivolse al parroco di Santo Stefano Roero che, durante l’omelia domenicale, invitò i contadini della zona che hanno uve di quello che viene chiamato “Nebbiolo bianco” a recarsi alla pesa del paese, dove Alfredo l’avrebbe acquistata. Da quella prima vendemmia di 12 quintali, Alfredo produsse 4.000 bottiglie e di lì in avanti sarà definito “padre dell’Arneis”. Naque così, nel 1967, il primo Roero Arneis di casa Vietti, vino diventato Doc nel 1985 e Docg nel 2005.
Un vino molto curato nella sua fase di preparazione: la fermentazione, di circa 4 settimane viene effettuata in parte in ceramica, in parte in tina di legno e in parte in acciaio. Non viene svolta la malolattica. L’affinamento è di 10 mesi complessivi tra ceramica, tina in legno e acciaio, a contatto con le fecce fini mantenute in sospensione con ripetuti batonnage.
Alcuni dei vini prodotti dall'azienda
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Il territorio si è raccontato nella sua varietà di caratteristiche e produzioni a Taste Piemonte
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo