10-09-2013

La birra del fiordo

A Flåm, in Norvegia per assaggiare splendidi prodotti artigianali in setting da vichinghi

L'arcobaleno delle birre della Aegir Brewery, sing

L'arcobaleno delle birre della Aegir Brewery, singolare birreria artigianale a Flåm, un fiordo a qualche centinaio di chilometri da Bergen, in Norvegia, inaugurata nel 2007, telefono +47.(0)57.632050. Dalla Witbier alla Ipa (India Pale Ale), dalla Natt Imperial Porter alla Bøyla Blond Ale fino alla Lynchburg Natt, che riposa per mesi nei barili di bourbon (foto Thor Brødreskift)

Diciamolo subito, per bere una birra Flåm non è certo il posto più facile da raggiungere. Perfino se vi trovate dalle parti del Sognerfjord, in Norvegia, che è una delle porte di accesso al micropaese, situato in fondo al più grande fiordo sulla Terra. Un luogo certamente dimenticato da dio, ma ben noto ai turisti dell’avventura e agli appassionati degli splendidi paesaggi del Nord, che qui arrivano con navi da crociera e battelli, oppure comodamente seduti nei vagoni del treno che da Myrdal giunge in 40 minuti a Flåm superando dislivelli impressionanti e avvicinandosi a cascate monumentali, tra lo stupore dei visitatori.

Flåm, va detto, non è un vero e proprio paese. E’ in realtà una grande banchina per l’attracco delle navi nella parte conclusiva del fiordo, intorno alla quale sono nati un paio di hotel, alcuni inevitabili negozi per turisti, due ristoranti (e questi si trovano nei rispettivi hotel), la stazione dei treni (che qui ha il suo capolinea) e, vera sorpresa, la birreria Aegir. O meglio, un microbirrificio a dir poco imperdibile, per la bontà delle birre e per l’ambiente assolutamente originale che rievoca la mitologia norvegese e le saghe del Nord.

Il fiordo di Flåm

Il fiordo di Flåm

La Aegir Brewery non a caso prende a prestito il suo nome da un gigante, fratello di Kari (il vento) e di Logi (il fuoco), conosciuto come il padrone dell’Oceano. L’interno della birreria, inaugurata nel giugno del 2007, è costruito per rievocare il classico mondo dei vichinghi, dove dominano la pietra e il legno, e dove il tepore dell’ambiente invoglia a scegliere di degustare buona parte delle ottime birre che si trovano in carta. Dalla Witbier (birra bianca) molto vicina alla tradizione delle birre belghe, ma con la presenza di coriandolo e arancio, alla splendida Ipa (India Pale Ale), birra dell’anno 2012, dove si apprezza l’accentuato gusto amaro del luppolo.

E ancora, la Natt Imperial Porter (scura) per la quale viene usato la tipologia di luppolo Amarillo, ricchissima di un retrogusto al cioccolato, oppure la Bøyla Blond Ale, più beverina e fruttata, vicina alle classiche Red Lager. Ma sono solo quattro di una lunga serie che comprende anche quelle tipicamente stagionali, senza dimenticare che non è facile rinunciare a un assaggio della Lynchburg Natt, realizzata facendo riposare per 4 mesi la Natt Imperial Porter in barili di bourbon, in modo che possa acquisire sentori di vaniglia e noci di cocco dalla botte americana.

Il fuocherello della birreria

Il fuocherello della birreria

La birreria, che organizza degustazioni mirate, negli ultimi due anni ha anche iniziato a realizzare la propria acquavite e due tipi di whiskey (uno è single malt). Infine, qui si possono anche mangiare piatti classici che vanno dalle Caesar Salad agli Hamburger, dalle zuppe di pesce al salmone. Il successo della Aegir è stato talmente grande che un anno fa il proprietario (americano) ha pensato di aprire un altro laboratorio/capannone a Flåm per portare la capacità annuale a 6mila ettolitri e potenzialmente, nel tempo, a una produzione di 20mila ettolitri all’anno.


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Gualtiero Spotti

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Gualtiero Spotti

giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale. E poi adora viaggiare
 

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