19-05-2017
Balbino, Francesca Romana e Federico Terenzi sono alla guida dell'azienda Terenzi di Scansano
Tre fratelli, idee ben chiare e un progetto preciso. Sono questi gli elementi sui quali si fonda Terenzi, azienda giovanissima di Scansano, che negli ultimi anni è riuscita a farsi apprezzare sempre di più. I tre fratelli sono Federico, Balbino e Francesca Romana Terenzi che negli ultimi dieci anni hanno cercato di puntare in alto, uscendo dai canoni e dagli stereotipi della produzione della zona di Scansano.
«Siamo milanesi – spiega subito Federico Terenzi, che è anche il presidente dell’Associazione dei Giovani imprenditori vinicoli italiani – non siamo nati agricoltori, ma lo siamo diventati con passione e determinazione. E con un valore aggiunto: un progetto imprenditoriale chiaro». Da qui la decisione di collaborare con due importanti enolgi, quali Beppe Caviola e Roberto Racca. «Più che una collaborazione – ha precisato Balbino Terenzi – si è trattato di fare squadra».
I vini in degustazione: i due vini bianchi, il Balbino e il Montendonico, assieme alle sei annate di Madrechiesa, dal 2009 fino al 2014
Ed è questo il progetto di Madrechiesa, il prodotto simbolo dell’azienda, un Morellino di Scansano Riserva che dalla sua nascita, era il 2009, ha continuato a raccogliere elogi e premi.
Balbino Terenzi, Beppe Caviola, Federico Terenzi e Roberto Racca presentano il Madrechiesa
Proprio il 2009 è un ottimo vino, molto morbido ma non pesante e caldo. Il 2010 è forse, al momento, la migliore espressione del Madrechiesa, con l’eleganza sulla quale hanno puntato i tre fratelli Terenzi che si sposa con una grande complessità e con dei tannini che affermano la capacità di questo vino di poter proseguire nell’affinamento. Il 2011 è un’annata più calda, ma il vino è ancora molto vivo e piacevole, mentre il 2012 è un pochino più chiuso, con un tannino netto e preciso. Il 2013 è un vino da acquistare e mettere in cantina: mantenendo il “fil rouge” dell’eleganza, è ampio, complesso, vivo, intrigante. E molto giovane. Il 2014 è quello che “stacca” rispetto agli altri: l’annata, a causa delle abbondantissime piogge, non lo aiuta di certo, ma comunque riesce a essere un ottimo vino, con un potenziale però inferiore agli altri.
Una bella immagine della cantina di Scansano
Durante l’incontro a Iyo, è stato possibile anche assaggiare il Balbino, Vermentino di Maremma Toscana Doc, il Montedonico, Viognier di Maremma Toscana Doc, e lo straordinario Passito di Petit Manseng, vini che meritano un discorso a parte. E dei quali avremo modo, in futuro, di parlarne più ampiamente.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose