02-05-2020
La Treccia all'uvetta di Pane Quaglia
«La faceva sempre papà. Il venerdì sera, verso le nove. La metteva nel forno appena acceso, ancora basso di temperatura, prima di cuocere il pane doppio per il sabato. Noi l’aspettavamo impazienti, per mangiarla calda e poi andare a dormire». La fragranza della soffice Treccia all’uvetta riaffiora fra i ricordi di Massimo Quaglia: fornaio, radici a Este e secondo di cinque fratelli. Tutti (o quasi) impegnati nella ristorazione e nell’arte bianca. Sì, perché insieme guidano lo storico panificio nel cuore di Sant’Urbano, nel Padovano: Pane Quaglia. Aperto una sessantina di anni fa dal padre Pietro, prima ancora di sposare mamma Annarosa. Che ancora oggi prepara biscotti a gogo. Ecco allora Sandro, il primogenito, all’amministrazione; Massimo, lievitista eclettico e creativo; Davide, alle prese con la pasticceria; Sandra, che invece ha scelto un’altra strada; e Maura, l’esteta di casa. Colei che si occupa di pacchetti e confezioni. Ma non solo. Maura è infatti la maestra di sala del Balobino, il ristorante-gioiello di famiglia inaugurato nel 2011 proprio vicino al panificio. E che dal panificio trae linfa. Basta guardare al centro dei tavoli per capire che le scultoree pagnotte alle pere e gorgonzola (ma pure alle cipolle e in altre gustose varianti) portano la firma di Massimo.
Massimo Quaglia al lavoro
Per il lievitino (preimpasto) 100 g farina Petra 1 50 g acqua appena tiepida 5 g lievito di birra
Per l’impasto 70 g zucchero 50 g latte 150 g tuorli 400 g farina Petra 1 200 g burro non freddo 10 g lievito di birra 10 g sale 200 g uvetta scorza d’arancia grattugiata
Per la finitura 1 uovo intero per spennellare granella di zucchero o zucchero di canna
Procedimento Per il lievitino Sciogliere il lievito nell’acqua, aggiungere la farina e impastare con le mani, fino a formare una pallina liscia. Lasciarla lievitare coperta per 60 minuti.
Per l’impasto In una planetaria con il gancio (oppure in una terrina, se si impasta a mano) unire il lievitino agli altri ingredienti (eccetto sale, burro e uvetta) e impastare bene. Quando l’impasto risulta omogeneo ed elastico, aggiungere il burro e il sale e continuare lavorare, sino a ottenere un composto liscio. A questo punto aggiungere l’uvetta e continuare a impastare delicatamente. Formare una palla, avendo cura di non romperla, e metterla a lievitare coperta per 2 ore. Per un risultato ottimale, dopo la prima lievitazione, porre l’impasto in frigo per una notte. Il giorno successivo lasciare l’impasto per 10 minuti a temperatura ambiente e tagliarlo in 3 pezzi uguali di circa 400 grammi. Allungare i pezzi sul tavolo, formando dei filoncini leggermente appuntiti lunghi circa 40 centimetri, creare una treccia (senza stringere troppo) e metterla a lievitare su carta da forno coperta per circa 3 ore.
Per la finitura Spennellare la treccia con l’uovo, cospargerla di granella di zucchero (in alternativa, zucchero di canna) e infornarla a 170-180°C per circa 18-20 minuti, fino a ottenere un colore dorato intenso.
Consigli La treccia all’uvetta è ottima a colazione o come dolce da tè. Nel caso si dovesse seccare? Si esprimerebbe al massimo inzuppata nel vino rosso.
Anticipazioni, personaggi e insegne del lato sweet del pianeta gola
a cura di
Lombarda, una laurea in lettere e un inizio nel giornalismo di cronaca. Poi, cambio di direzione, verso i viaggi, il cibo e il vino. Ora guida Fuori Magazine, il nuovo progetto editoriale di Petra-Molino Quaglia