05-09-2023
E’ facile farsi rapire dalle storie sul Montenegro, dal suo percorso cruento e travagliato, dall’influenza dell’est, della Turchia e delle nazioni ex dirimpettaie. Il tempo ha sancito il cambio della prospettiva, dell’alfabeto, delle lingue ma rimane, ancora oggi e con tantissimo orgoglio, il territorio dei romanzi di Andrej Nikolaidis, specie nelle zone di montagna, dei laghi e dei parchi preservati.
E’ facile anche condannare uno sviluppo disarmonico delle piccole e meravigliose baie della costa che fanno fatica a gestire il numero di turisti nei mesi più caldi dell’anno e pretendere di trovare quei prodotti locali tanto ricercati in ogni angolo, in ogni situazione ed esperienza.
Zarko Kopitovic
Iniziamo da una storia incredibile. La cantina Kopitovic è una micro realtà che affonda la sua storia nel 1700 capitanata oggi da Žarko Kopitovic. Una cantina che produce dalle 8000 alle 10000 bottiglie di vino all’anno, le vende principalmente sul territorio nazionale e ha a cuore la valorizzazione di due elementi: gli autoctoni e la storia.
Le etichette della cantina
Non è strano che dopo aver ascoltato la storia del vino dalla voce di chi lavora queste colline scoscese il suo sapore sia straordinario ma questo è esattamente ciò che succede quando in un bicchiere non c’è solo il vitigno, la macerazione, il legno di quercia locale, anni di attesa. Succede perché ogni elemento assume un significato preciso e l’indirizzo è dato proprio dalla storia che sorregge il vino con una potenza impressionante.
Noi abbiamo fatto un viaggio nel Parco Nazionale del Durmitor per andare dai produttori a quota 1900 m. Il gusto di questo kajmak è di malga, di fieno, di grasso avvolgente, il colore è giallo- panna e la consistenza è leggermente grumosa. Non una crema ma un prodotto che visivamente ricorda la ricotta ma in bocca è molto più denso e succulento.
Kačamak
La ricetta che ci ha dato lo chef è fedele a quella preparata da generazioni: patate, farina di mais, formaggio fresco locale (Kolasinski sir e Pivski sir) , sale, burro e kajmak- ovviamente.
Si procede con la cottura delle patate, si schiacciano leggermente- senza creare una poltiglia e poi si aggiungono gli altri ingredienti cuocendo il tutto per altri 20 minuti.
Kajmak
La riflessione alla quale ci invita il Montenegro verte sull’impellenza di preservare i prodotti di valore, di concedere loro il lusso di farsi trovare ma di degustarli con coscienza e rispetto. Alcuni chef locali stanno intraprendendo questo percorso dando vita a una proposta di cucina che parte dalle radici e evolve in un percorso che, non ne dubitiamo, porterà a grandi risultati. Ai viaggiatori spetta il compito di percorrere il territorio conoscendo la sua storia e le sue peculiarità enogastronomiche originali. Per farsi sorprendere, eventualmente, dalle evoluzioni che sapranno intraprendere.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1978, originaria di Gorizia, relatore pubblico e docente, con una passione per i casi di crisis management. Si occupa di food and wine per piccole nicchie italiane sulle quali crede debbano essere accesi i riflettori, nel ruolo di "addetta alle luci". Ama viaggiare, annusare e scoprire luoghi e profumi del mondo per tornare a casa sempre più ricca di racconti e esperienze. Scrive sul blog avoidnocomment.com
Locatelli nella cucina del ristorante Sabia by GL
Dal Mondo è curiosità, fascino, un guida verso i migliori indirizzi intorno al globo, di cui vi raccontiamo non solo piatti, insegne, ingredienti, ma anche le vite di personaggi che stanno facendo la differenza nel nostro Pianeta, dalla ristorazione al meraviglioso mondo del vino.