Alessandro Perricone
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Umberto Bombana a Identità Golose 2017. Il grande chef, originario della Val Seriana - uno degli epicentri italiani del contagio - si trova ora in quarantena volontaria in Gran Bretagna dai figli; presto tornerà in Asia dove vive e lavora. Ma ha parole di speranza e incoraggiamento per l'Italia
Umberto Bombana, bergamasco classe 1963, sette stelle Michelin in altrettanti ristoranti tra Hong Kong, Pechino, Shanghai e Macao - tra i quali il celebre Otto e Mezzo Bombana a HK, unico tristellato di cucina italiana all'estero - si trova in queste ore in autoisolamento nella casa del figlio in Inghilterra, a Cheltenham, nel Gloucestershire. Era tornato infatti dall'Asia nella sua terra d'origine - l'Alta Val Seriana - proprio a metà febbraio, poco prima che scoppiasse in primo caso di Coronavirus nel nostro Paese, il famoso paziente uno di Codogno. Destino beffardo, per questo grande chef il cui percorso di vita e di lavoro unisce i due Paesi finora più colpiti dall'emergenza - Italia e Cina appunto - e che per questo può fornire un utile punto di vista su quanto sta accadendo.
«A Hong Kong tutti i nostri ristoranti lavorano normalmente, con le ovvie precauzioni, non è mai stato deciso uno stop da parte delle autorità - ci spiega - La settimana scorsa abbiamo riaperto anche a Shanghai e Pechino, dove abbiamo dovuto tener chiuso per quasi due mesi».
Tanta gente, ma tutti con la mascherina, in strada a Hong Kong, che già ha vissuto l'emergenza epidemiologica al tempo della Sars e ora pare prossima a superare quella del Coronavirus
Bombana descrive una situazione inglese «più tranquilla di quella che ho visto in Italia. Stanno tutelando le persone sopra i 70 anni, poi quello che ha detto Boris Johnson lo conoscete bene (abbiamo parlato con lo chef poche ore prima che il premier inglese annunciasse la stretta, sorta di retromarcia, ndr)... Nessuno ha la mascherina, la cosa mi sembra un po' strana. Bart continua a frequentare i corsi all'ateneo, mentre la scuola privata di mio figlio ha chiuso alla fine della scorsa settimana».
«Io sono originario dalla Valle Seriana, uno degli epicentri della crisi. I miei compaesani stanno vivendo momenti molto difficili. Voglio mandare un pensiero agli ammalati e alle persone anziane, che rischiano la vita. E poi rendere un tributo ai dottori, agli infermieri, a tutto il personale medico e paramedico»
La mente corre ai luoghi che vivono invece giorni drammatici: «Io vengo dall'Alta Valle Seriana - sono di Clusone e ho casa a Castione della Presolana - e proprio questa mia valle, più nella parte bassa verso Nembro e Albino, è uno degli epicentri della crisi. I miei compaesani stanno vivendo momenti molto difficili. Voglio innanzitutto mandare un pensiero agli ammalati e alle persone anziane, che rischiano la vita. E poi rendere un tributo ai dottori, agli infermieri, a tutto il personale medico e paramedico: stanno facendo un lavoro straordinario e anche pericoloso, senza fermarsi, sono degli eroi moderni. Tutti i giorni rischiano la vita: molti medici in Cina sono morti per questo contagio che è una minaccia sempre dietro l'angolo. Sono da ammirare e ringraziare».
Infine, un po' di ottimismo: «Voi avete spostato il congresso Identità Golose a luglio. Bravi, ce la farete. Io sono convinto che tra due-tre settimane l'epidemia in Italia andrà diminuendo e già ad aprile in Italia si vedrà una via d'uscita e poco dopo finirà tutto. Certo non sono un esperto, ma lo dico in base alle mie esperienze in Cina, anche a Hong Kong arrivato il primo caldo pre-primavera il virus ha perso gran parte della sua virulenza. Io ne sono convinto, magari mi sbaglio, ma voglio mandarvi questo messaggio di speranza».
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
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