Quando ha disobbedito l’uomo per la prima volta?
«Torniamo alle origini della storia dell’uomo, nel giardino dell’Eden, quando Adamo ed Eva infrangono l'ordine imposto con un'unica intenzione: conoscere». Ecco l’esordio di Davide Rampello, direttore artistico di Rampello&Partners che, come di consueto, introduce questa fresca nuova edizione di Identità Milano.
Disobbedire - conoscere perchè solo attraverso la conoscenza è possibile fare nuova ogni cosa, leggerla in maniera inedita. Ma la conoscenza è anche sofferenza, la quale una volta elaborata diventa coscienza. Ma spostandoci nell’ambito della cucina, cosa determina il sapere, la conoscenza? Il sapore. E non è un caso che a partire da quest'ultimo, nascono le categorie morali, ciò che è buono e ciò che buono non è, in un piatto come nella vita. Quel sapore che ci accompagna da quando siamo nati; i sapori della tavola delle nostre madri, dei piatti delle nonne, i sapori di una pizzeria: sono tutte fonti che dispensano sapori e dunque saperi.
Disobbedire - conoscere , ma con l’intenzione di non fermarci a quel che vediamo, per cogliere il vero senso della parola poesia, "fare, produrre" spiritualmente. Ecco, dunque, che la disobbedienza conta, soprattutto se il suo fine ultimo è innovare, ma guai a far diventare questa parola un’ideologia, o trasformarla addirittura in un estremismo. Piuttosto, bisogna sviluppare la consapevolezza che la conoscenza può essere raggiunta anche mediante altre strade. Un esempio?
Quando cadde l’Impero Romano, San Benedetto, uno dei più grandi uomini della Storia al pari di Leonardo da Vinci o Galileo Galilei, riunisce gli uomini e fonda i primi monasteri, ovvero quei centri che salveranno la cultura occidentale greco-romana, conservandone i saperi, per poi diffonderli. Ecco che in questa comunità (di cui la città è la metafora più complessa), l’innovazione non parte dalla disobbedienza, bensì dalla regola.
«Mi raccomando la regola, non solo la disobbedienza», conclude Rampello: la disobbedienza, dunque, è un atto che va "praticato" con attenzione, e l'uomo, dal canto suo, deve saper trovare un equilibrio sul quale lavorare costantemente. Solo così avremo accesso al nuovo. Solo così intuiremo il vero.