Secondo me ci vuole del coraggio. Del coraggio e anche un pizzico di incoscienza. Nessuno l’ha ancora scritto: e allora lo scrivo io.
Milano è una città dei mille ristoranti. Ristoranti popolari, ristoranti etnici, bistrot e ristoranti stellati. Ma se, nell’era del post Marchesi, volessimo dire qual è stato il ristorante che più di ogni altro ha negli anni mantenuta alta la barra del prestigio e della cucina di qualità, questo, con buona pace di tanti altri che amiamo e rispettiamo, è sicuramente Il Luogo di Aimo e Nadia.

La squadra: oltre ai già citati Stefania, Alessandro e Fabio, anche il restaurant manager Nicola Dell'Agnolo e il sommelier Alberto Piras
Il Luogo di Aimo e Nadia, o molto più semplicemente
Aimo e Nadia, come tutti lo chiamiamo, era, è stato ed è un luogo di assoluta qualità contemporanea, di prodotto di eccellenza, di ricette in parte storiche e in parte creative.
Le
Zuppe etrusche si alternano agli
Spaghetti al cipollotto e si intersecano con altri piatti molto più moderni e inaspettati.
Aimo e Nadia è un’istituzione, e come tale deve perpetrare una tradizione culinaria che vede in alcune delle sue ricette l’essenza del suo vivere.

La nuova sala principale del Luogo
Ma qui sta la prima dimostrazione di coraggio: prendere le storiche ricette dei
Moroni e alleggerirle nei componenti, rendendole più moderne, più vicine al gusto contemporaneo. Ma il coraggio non si ferma qui.

Dettagli del nuovo look del Luogo di Aimo e Nadia
Alessandro Negrini,
Fabio Pisani (i due chef) e
Stefania Moroni (l'erede) non si accontentano, e decidono di dare un segno fortissimo di cambiamento, ristrutturando completamente il locale: via tavoli, sedie, quadri e ornamenti. Nuovo disegno e disposizione delle sale, nuovi colori, nuove luci, look molto più moderno senza essere freddo.
Insomma, una rivoluzione. E poi ancora...
L’apertura del BistRo Aimo e Nadia con Rossana Orlandi, decana del design milanese, in via Matteo Bandello, punto di riferimento di chi vive una certa Milano. E ancora l’apertura di Vòce Aimo e Nadia, in piazza Scala, all’interno dei locali che erano della Banca Commerciale Italiana: moderno, elegante, giovane ristorante, sullo stile dei business lunch restaurant londinesi.
Ma la cosa veramente coraggiosa è che tutto questo cambiamento, questa moltiplicazione, questa rivoluzione, avviene in pochi mesi: meno di un anno. Insomma...ci vuole coraggio. Ci vuole coraggio e abile programmazione. Cambiare un’immagine così storica senza cambiarla è un gioco difficile.
Ma è un gioco che andava giocato. Bravi ragazzi:
Stefania,
Fabio,
Alessandro. Ben fatto. Adesso però attenti al futuro: la responsabilità è grandissima: gestire la memoria inventando la memoria del futuro, creando quello che per i futuri clienti costituirà la nuova tradizione di Aimo e Nadia.
Però, infine, una cortesia: per noi, un piatto di Spaghetti al cipollotto tenetelo sempre in carta.