IG2021: il lavoro

25-09-2021

Identità Milano si gode la fiducia di monsieur Alain: «Ne stiamo uscendo, la ristorazione è ripartita»

Ducasse al congresso come presidente les Collectionneurs, esempio d'associazionismo al di là dei confini. Che mette in piedi un ambizioso progetto di interscambio formativo

Alain Ducasse sul palco di Identità Milano 2021.

Alain Ducasse sul palco di Identità Milano 2021. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani

«Se tanti italiani e ristoratori italiani che vanno nel mondo amassero l’Italia come monsieur Alain Ducasse la ama, noi saremmo la nazione più ricca del mondo». Con queste parole Paolo Marchi ha dato il benvenuto sul palco più accogliente di Identità MilanoDucasse nei panni specialissimi di brand president di les Collectionneurs, associazione che riunisce 585 fra i più importanti ristoranti e hotel in quindici Paesi del mondo. In compagnia di monsieur le chef, il presidente Xavier Alberti e Carole Pourchet, general manager dell’associazione medesima. Una reunion per fare il punto su una associazione che fa del “coltivare le differenze, arricchirsi delle esperienze altrui” attraverso il viaggio il suo punto di forza, ma anche una festa visto che il rendez vous avviene dopo quasi due anni di stanzialità coatta causa Covid-19.

Alain Ducasse, al centro, e con lui da sinistra Xavier Alberti, Carole Pourchet, Paolo Marchi e Cinzia Benzi

Alain Ducasse, al centro, e con lui da sinistra Xavier Alberti, Carole Pourchet, Paolo Marchi e Cinzia Benzi

Ed è con un moto di esultanza che Ducasse ha preso la parola, ribadendo la sua dichiarazione d’amore per l’Italia: «Ne stiamo uscendo e questo mi rallegra, i viaggiatori europei hanno ritrovato le nostre case, le nostre maison e sono pronti a condividere le loro. Siamo ripartiti e con les Collectionneurs abbiamo cercato di fornire il supporto necessario. Siamo sulla buona strada, sono rassicurato. Sono molto legato all’Italia, mi siete mancati moltissimo. Ricomincerò a viaggiare in questo Paese meraviglioso». Una dichiarazione anche d’intenti, che azzera le schermaglie di campanile Francia-Italia e crea ponti solidi oltre che pronti per essere attraversati.

Xavier Alberti ha invece preso la parola entrando nel vivo del tema del congresso, ovvero il lavoro. «La crisi che abbiamo attraversato lascia delle tracce in termini di trasformazione e accelerazione di alcuni processi che riguardano innanzitutto la ristorazione, gli alberghi e la difficoltà di assumere - ha sottolineato - È un tema cruciale. Per les Collectionneurs la componente umana è importantissima, l’incontro con le squadre e i collaboratori è l’anima dei singoli luoghi ma anche del progetto comunitario che rappresentiamo. Abbiamo di fronte a noi tre sfide. La prima è il dovere di pagare correttamente le persone. La seconda, ma le cito in ordine sparso, riorganizzare il tempo del lavoro equamente con il tempo di vita. La terza, forse la più importante, è rispondere alle giovani generazioni che ci chiedono motivazioni, valori e il senso del fare un certo mestiere».

Obiettivi tanto difficili quanto ambiziosi, che valgono per ciascuna delle insegne associate in sé, ma anche nel circuito collettivo dell’associazione dove mettere in circolo esperienze ma anche il più prezioso dei capitali, quello umano. Per questo nasce il progetto nel progetto che porta il nome di Planet C, che consente ai vari team di passare da una struttura all’altra, arricchendone la formazione e rafforzandone il know how. «Le nostre sono case aperte – ha ribadito Ducasse – dove si coltivano differenze».

Un’apertura che abbatte ulteriori confini, valicando le vocazioni primarie di ogni attività, ristorativa o alberghiera, aprendole ad altri campi. «Vogliamo creare un festival della musica e prevediamo di sviluppare vari servizi, fra cui un sistema che supporti i viaggiatori sui temi del rispetto del pianeta, priorità quotidiana nell’agenda de les Collectionneurs insieme alla valorizzazione del patrimonio umano e delle esperienze che fanno parte essenziale del nostro bagaglio». È stata la chiusa di madame Pourchet, manifesto programmatico di una ripartenza che si lascia alle spalle una lunga privazione di esperienze, una pausa forzata alla costruzione dei ricordi.


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Sonia Gioia

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Sonia Gioia

Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa

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