17-12-2022
Antonio Scalera al pass di Identità Golose Milano: si definisce un "cuoco di pancia", ma nei suoi piatti c'è sempre un pensiero chiaro e originale
L'arrivo di Antonio Scalera a Identità Golose Milano, per due cene speciali, ha segnato l'ultimo appuntamento con uno chef ospite in via Romagnosi 3 per il 2022 che sta per chiudersi (ma tra pochi giorni vi sveleremo gli appuntamenti di gennaio 2023!). E soprattutto ha dato vita a un menu da applausi: ricco e intenso, come deve essere la cucina pugliese, ma capace anche di sussurrare piccoli dettagli di gusto, incuriosendo e ammaliando il palato.
Scalera è lo chef e il titolare del ristorante La Bul a Bari, un'insegna che da dodici anni a questa parte dimostra come si possa rimanere saldamente ancorati alle proprie radici territoriali, creando piatti contemporanei, originali, sorprendenti. Ricette che possono parlare anche a un pubblico di non appassionati di cucina d'autore, ma che non si limitano mai alla esecuzione, per quanto fedele e impeccabile, dei cosiddetti piatti della nonna.
«Una parte importante del mio modo di lavorare sulle origini pugliesi è cercare di recuperare ingredienti dimenticati, ingiustamente ignorati, una cosa che credo sia ancora più importante in un periodo come quello che stiamo attraversando. Non mi interessa celebrare la tradizione in sé, mi interessa farla vivere: se riporti all'attenzione del pubblico di oggi qualcosa che si era smarrito nella nostra memoria, credo che sia possibile ridare vita a ciò che chiamiamo "tradizioni"», ci ha spiegato Scalera alla fine della prima delle sue due cene milanesi.
Scalera in cucina durante la preparazione del servizio
«E' vero - ci ha confermato lo chef sorridendo - è uno dei piatti più complessi che abbia mai realizzato, pieno di piccoli dettagli che possono passare inosservati, come i germogli di ravanello e altre piccole verdurine, tutte di stagione. Tengo in particolare poi al brodo di portulaca, che ci riporta all'idea di usare prodotti spesso non considerati: la portulaca è un'erba spontanea che possiamo trovare ovunque e mi piace poterla usare in un piatto come questo. Peraltro, anche nella realizzazione di quel brodo c'è della ricerca, perché adesso non siamo più nella stagione della portulaca, ma la possiamo utilizzare ora perché per dare profumo e aroma al brodo si usa il gambo, che diventa più saporito quando la pianta è nella sua fase decadente: si tinge di rosso, diventa più duro e ha un sapore più forte».
Con il resident chef di Identità Golose Milano, Edoardo Traverso
La Bul esiste da dodici anni: quanto e in cosa credi di essere cambiato, come cuoco, in questi anni? Sicuramente c'è stata un'evoluzione in me, oggi vedo aspetti del mio carattere e del mio modo di cucinare che dodici anni fa non c'erano. Principalmente credo che abbia a che fare con l'essere una persona più matura: sono sempre stato, lo sono ancora, un cuoco di pancia, di istinto, di gusto. Ultimamente però sento anche di lavorare maggiormente con il cervello, di essere diventato più riflessivo.
Anni fa ci ricordiamo di aver assaggiato a La Bul un Risotto alla genovese (di cui si trova qui la ricetta) che ci aveva conquistato. Oggi hai presentato un Risotto con le rape che era un delizioso concentrato di gusto. Il riso non è un ingrediente tipico della terra pugliese, ma sembra esserti molto caro... E' proprio così, mi aiuta a mantecare le idee, se mi permetti questo gioco di parole! E anche in questo caso ho un fornitore a cui sono molto legato, che però è del Nord. Il Risotto alla genovese mi ha permesso di materializzare un gusto, un profumo, che avevo dentro da sempre: con tutta l'umiltà possibile, la mia cucina è fatta di queste cose, di profumi che, solo ad accostare il naso, ti fanno ritrovare istintivamente ricordi ed emozioni. I risotti, con la loro cremosità, mi aiutano a concentrare queste idee. Per quello di questa sera abbiamo utilizzato le rape di Minervino, poi abbiamo usato due tipi diversi di germogli di aglio che arrivano dall'amico Carlo di cui dicevamo prima, la bottarga di alici la otteniamo semplicemente prendendo delle alici fresche, pulite, per farle poi essiccare in forno e ottenere una polvere. Abbiamo disidratato anche le foglie di rapa, ma senza voler esagerare con le tecniche, sempre alla ricerca del gusto. I piatti che mi interessano non devono soddisfare la voglia di mettermi in mostra, ma devono essere buoni e saper raccontare un'idea, un pensiero.
Di seguito, le foto delle quattro portate che hanno composto il menu, raccontate dallo stesso Antonio Scalera.
Cefalo alla fiamma, raviolo di ricotta, ostrica limone in brodo di portulaca «Questo piatto possiamo raccontarlo come una rivisitazione, completamente scomposta, del ramen, che viene così portato in Puglia. Amo molto il cefalo, un pesce spesso dimenticato, che io trovo però davvero completo: viene servito semi-crudo, fiammeggiato al cannello, accompagnato da una decina di verdure locali, di cui si occupa un bravissimo botanico con cui collaboro, e un'ostrica. Il tutto viene servito in una ciotola, dove metteremo anche un raviolo, con la pasta a base solo di acqua e farina, e un ripieno di ricotta di pecora. Al momento del servizio aggiungiamo il brodo di una pianta spontanea molto saporita come la portulaca»
Riso e rape, germoglio di aglio, bottarga di alici e olio novello «Per questo risotto usiamo due varietà diverse di aglio, usiamo le rape trattate con tecniche differenti e la bottarga di alici. Sarà un risotto semplice, diretto, intensamente saporito come dev'essere la cucina pugliese»
Animella di vitello, coulis al moscato di Trani e tartufo nero della Murgia «Per questo piatto usiamo l'animella di cuore, che è la migliore, la lavoriamo con un vino storico pugliese come il Moscato di Trani, per poi abbinare qualche scaglia di tartufo nero del nostro territorio, che usiamo anche per creare un'emulsione con cui completare il piatto, anche questo molto profumato e saporito»
Tre cioccolati e caramello salato «Per il dessert volevo stimolare il ricordo di un dolce tradizionale che facevano le nonne pugliesi, con mandorle e caramello salato. In questo caso però ho voluto usare il caramello abbinandolo a una deliziosa torta ai tre cioccolati»
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Una foto di gruppo particolarmente affollata, con le brigate di Identità Golose Milano, del Miramonti l'Altro e del ristorante Georges Blanc in via Romagnosi