12-10-2012
Da oggi a domenica terza edizione a Eataly New York della versione americana di Identità Golose che vedrà impegnati in lezioni, degustazioni e cene oltre 12 tra chef e pasticcieri italiani e americani, trascinati da Lidia Bastianich e Mario Batali
Poche ore ancora e inizierà la terza edizione di Identità New York, come le precedenti all’interno di Eataly sulla Quinta Strada, proprio davanti a Madison Square Park, all’altezza della 23th Street West. Due lezioni ogni giorno, per un totale quindi di sei, e due cene dalle cento idee, la prima questa sera e la seconda domani sera presso La Birreria, che vuole dire sul tetto di un edificio di una 15ina di piani proprio accanto al Flatiron, il grattacielo a forma di ferro da stiro che separa la Quinta con la Broadway.
Un ptimo piano di Lidia Bastianich, La Scuola di Eataly New York è il suo regno; sullo sfondo si riconosce Alex Pilas, responsabile di tutte le cucine di Eataly a Manhattan
La Birreria sarebbe arrivata a giugno 2011 e a fine primavera scorsa ecco sulla 23th Street West La Scuola, la seconda aula didattica, la più comoda e ampia, accanto all’enoteca, 34 posti a sedere e un programma che in 12 mesi si svilupperà lungo una teoria di 500 lezioni. Ottobre ad esempio lì è il mese delle Marche come nell’intero complesso lo è di Identità Golose. E poi è aumentato lo spazio dedicato ai prodotti freschi, al bio e ai cosmetici naturali, compresa una saponetta ottenuta da olio esausto.
Francesco Apreda, chef dell'Imago, il ristorante dell'hotel Hassler a Roma, davanti all'ingresso di Eataly a New York
Cesare Casella invece è italiano, toscano, al 100 per cento ma una ventina di anni fa è arrivato a Manhattan e non è più ripartito. I suoi figli saranno italo-americani come tanti titolari di ristoranti di cucina italo-napoletana, un mondo che si sta interrogando perché si sente minacciato. Mi ricorda Tony May, ieri titolare del San Domenico a Central Park, tra mura che ora accolgono il Marea di White, e adesso del SD26 a Madison Squadre Park, che “noi ristoratori italiani all’estero viviamo e sentiamo la mancanza di aiuto dalla Madre Patria. Immagina che il mese scorso Travel & Leisure magazine è venuto fuori con una lista dei migliori ristoranti Italiani in America, dei venti citati uno solo aveva un italiano in cucina. Ma ti sembra possibile? I nostri colleghi americani stanno cambiando i gusti e i sapori della nostra cucina senza che ce ne accorgiamo, oppure presentano una cucina tradizionale interpretata con il gusto americano, il tutto con l’approvazione della stampa critica americana”.
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi