22-01-2012

Ghezzi e il relitto glaciale

Lo chef della Locanda Margon porterà a Identità Trentine il salmerino alpino, un fossile vivente

Un esemplare di Salvelinus alpinus nella foto di Z

Un esemplare di Salvelinus alpinus nella foto di Zouavman Le Zouave come da link. Il Salmerino alpino sarà al centro, martedì 7 febbraio a Milano, della lezione di Alfio Ghezzi, chef trentino della trentina Locanda Margon a Ravina di Trento, telefono +39.0461.349401. Titolo, splendido: Relitto glaciale

Non lo so ora, ma quando era ragazzo e, comunque, fino a tutti gli anni Ottanta, in montagna era scontato trovare, accanto a cervi e a polente, la trota alla mugnaia ovvero il pesce salato, infarinato e fatto andare nel burro, sfumato nel vino e rifinito di prezzemolo tritato. In pratica, lo stesso, variante marsala a parte, delle scaloppine di vitello fatte nelle città di pianura. Forse sono io che ormai cerco un’altra cucina, probabilmente è la cucina di montagna che è cresciuta e ha relegato in un angolino certe ovvietà, piatti proposti in automatico, Milano e il risotto giallo, Roma e la carbonara, Napoli e la pizza, Trento e i canederli…

Ziti e capelonghe, ottimo primo piatto di Alfio Ghezzi alla Locanda Margon a Ravina di Trento

Ziti e capelonghe, ottimo primo piatto di Alfio Ghezzi alla Locanda Margon a Ravina di Trento

Il brutto di questo modo di fare ristorazione è che banalizzi dei signori piatti perché una trota merita rispetto e chi la ordina pure. Senza scordarci che il campionario dei pesci di acqua dolce va ben oltre la trota. Martedì 7 febbraio ad esempio, a Identità Trentine, Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon a Ravina di Trento, intitolerà la sua lezione “Relitto Glaciale” perché parlerà di salmerino, un pesce che è un autentico residuo dell’era glaciale.

Ghezzi, natio di Tione nelle Giudicarie, tra Storo e il suo mais e Pinzolo in Val Rendena e le sue vette dolomitiche, a lungo a Milano, spalla di Andrea Berton da Trussardi, a inizio primavera 2010 venne chiamato dalla famiglia Lunelli, alias Cantine Ferrari, alla guida della Locanda Margon, telefono +30.0461.349401. Il lavoro procede bene, sicuro. Se il Trentino entro un paio di anni avrà un locale a due stelle Michelin, difficile pensare a un altro indirizzo. Due giorni fa ho applaudito la fantasia degli Ziti e capelonghe, con gli ziti sbollentati e poi ultimati nel fumetto delle capelonghe, con i tubetti pastaioli e i molluschi alternati tra loro nel piatto di servizio, profumati al limone all’origano di Pantelleria “Serragghia”. Così per la tradizione contemporanea degli Spaghetti alla chitarra “Smalzadi”, una pasta condita con patate a cubetti, cipollotto e fondo di vitello, spadellati con un sugo di carne (ovvero smalzadi in dialetto) in una regione dove l’al dente è una conquista recente. Ghezzi dà così nobiltà alla “pasta scotta”.

Il Lago Nero in Val Nambrone, uno degli specchi d'acqua tra le Dolomiti in cui vive il Salmerino alpino caro allo chef Alfio Ghezzi

Il Lago Nero in Val Nambrone, uno degli specchi d'acqua tra le Dolomiti in cui vive il Salmerino alpino caro allo chef Alfio Ghezzi

E il salmerino? In carta eccone due, un antipasto, il Salmerino marinato, orzo tostato, crema di mele al coriandolo, burrata e amaranto, e un secondo, Salmerino, le sue uova in salsa, la sua pelle croccante, il suo fegato. Salmerino che Alfio porterà a Milano “per esprimere il mio concetto di tradizione, la stratificazione di tempi, usi, modi, prodotti, verità e questo pesce ne è un perfetto esempio”. Con un’avvertenza: Ghezzi parla del tipo alpino, il Salvelinus alpinus, ben più raro e ricco di qualità e personalità di quello cosiddetto di fontana, il Salvelinus fontinalis, più comune e meno pregiato. “Quello che mi interessa lo puoi trovare in un pugno di laghi alpini, salmerini rimasti intrappolati più di dodicimila anni fa quando i ghiacciai si ritirarono, bloccati tra le acque di Molveno, il Lago Nero in Val Nambrone, quelli di Nambino e di Tovel. E’ per questo che il salmerino alpino viene considerato un relitto glaciale e come tale lo tratterò e presenterò a Identità, mettendo nel piatto, disegnato apposta, tutti gli ingredienti e i momenti del suo mondo, che è quello di un reale abitante indigeno di questa fetta di Alpi”.


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Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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