01-02-2016
Lo chef franco-svizzero Benoît Violier si è ucciso ieri, 31 gennaio 2016, con un'arma da fuoco nella sua casa di Crissier, nel distretto di Losanna, in Svizzera. Quarantaquattro anni, tre stelle Michelin all'Hotel de Ville della stessa Crissier, a luglio 2015 aveva preso il posto di un altro grande, Philippe Rochat, tradito dal cuore mentre andava in bici. E' l'ultimo di una serie di suicidi di cuochi dopo i francesi François Vatel, Bernard Loiseau, Pierre Jaubert e gli italiani Franco Colombani e Sauro Brunicardi (foto Parismatch)
Si rimane sempre sgomenti davanti alla notizia di un suicidio, soprattutto se all'apparenza chi si toglie la vita aveva tutto come adesso Benoît Violier, 44 anni e tre stelle Michelin all'Hotel de Ville a Crissier vicino Losanna, Svizzera dunque. A luglio 2015 aveva preso il posto di un altro grande, Philippe Rochat, tradito dal cuore mentre andava in bici. Oggi, lunedì 1 febbraio, era atteso alla presentazione dell'edizione francese della Michelin. La notizia che si sia sparato nella sua casa sovrasta qualsiasi attesa per la nuova edizione della rossa.
Se il più grande cronista italiano, Tommaso Besozzi, si uccise nel 1964 a soli 61 anni perché non riusciva più a scrivere, divorato da un foglio A4 che restava bianco, di certo Benoit non soffriva di stress da stelle e riconoscimenti. E' facile tirare in ballo lo spunto più eclatante per giustificare gesti estremi, ma in ben pochi casi i voti delle guide e dei critici hanno avuto ruolo in una morte volontaria.
La storia e un film con protagonista Gerard Depardieu ci ricordano la vicenda di François Vatel, parigino classe 1631, che si tolse la vita trent'anni dopo a Chantilly con tre colpi di spada perché a un banchetto il pesce arrivò tardi e in quantità insufficiente. Era un perfezionista come un altro chef francese, tre secoli e mezzo dopo, Bernard Loiseau, alla cui vita e alle morte il giornalista Rudolph Chelminski ha dedicato una splendida biografia intitolata per l'appunto "Il Perfezionista". Classe 1951, il patron della Côte d'Or a Saulieu in Borgogna, nel febbraio 2003 pose fine ai suoi tormenti con il suo fucile da caccia. Soffriva di disturbi bipolari e certo non lo aiutarono problemi economici nonché il feroce declassamento della GaultMillau, da 19 a 17 ventesimi. Poi ci fu chi anticipò la perdita, mai avvenuta curiosamente fino a oggi, della terza stella e il buco nero che aveva dentro lo inghiottì. La vedova Dominique non ha mai cavalcato i processi alle guide che seguirono, Paul Bocuse in prima fila. Non sapremo mai se perché ci crede davvero o per convenienza. Le stelle a Saulieu da oggi sono una in meno, ma lo spettacolo va in scena ogni giorno.
Bernard Loiseau, classe 1951, suicida il 24 febbraio del 2003. Affetto da disturbi bipolari, si diceva l'avesse fatto anche perché la Guida Michelin intendeva togliere la terza stella al suo ristorante di Saulieu. Per uno strano scherzo del destino, il fatto non si è mai avverato fino a oggi, 1 febbraio 2016: il Relais Bernard Loiseau di Saulieu è appena passato da 3 a 2 stelle
In Italia fece scalpore Franco Colombani, il gran custode della tradizione padana alla Locanda del Sole di Maleo, vicino a Lodi. Fine maggio 1996, si infilò la testa in un sacchetto di plastica. Come scrisse Gianni Mura nella Repubblica: "Non gli importava certo di aver perso una stella, nel dicembre del '94, sulla guida Michelin. Certo gli importava di più di aver perso proprio in quei mesi l'affetto della moglie Silvana con la quale aveva costruito la storia e la leggenda di quella locanda-ristorante che da 90 anni dettava legge in tema di gusto". L'amore svanito e il fiele a fiumi dopo quelli di miele.
Franco Colombani, Locanda del Sole di Maleo, vicino a Lodi, suicida il 30 maggio 1996. Pochi mesi prima aveva perso la moglie Silvana (e la stella Michelin)
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi