15-07-2020
Una magnifica coppa di gelato con vista sullo stretto di Messina, alla Cremeria Sottozero di Enzo Pennestrì a Reggio Calabria
Enzo Pennestrì è un figlio d’arte. Il primo gelatiere in famiglia è stato papà Tito che si è rivelato un uomo molto saggio. «Non ha mai fatto pressione affinché seguissi le sue orme. Mi ero iscritto alla facoltà di Economia e Commercio, ma tutte le stagioni estive passate in gelateria alla fine hanno fatto scoppiare il grande amore», racconta Pennestrì che a soli 21 anni a Reggio Calabria apriva la Cremeria Sottozero. Correva l’anno 1992, l’attenzione per il gelato non era quella di adesso e Pennestrì non ha alcun timore ad ammettere che allora anche per lui l’utilizzo delle basi pronte era pratica quotidiana. «Poi, a un certo punto, abbiamo scelto la mia via che è quella del gelato artigianale. Ho sentito la necessità di personalizzare il prodotto e di sviluppare gusti unici con materie prime che distinguessero il mio gelato da quello degli altri», ammette l’attuale presidente dell’Associazione italiana gelatieri.
Sono arrivati così il pistacchio di Bronte, le nocciole delle Langhe e le mandorle, «tutta frutta secca che acquistiamo cruda e tostiamo». Ed è arrivato anche il cioccolato Valrhona «di cui utilizziamo prodotti tecnici e alcuni monorigine con cui realizziamo un nostro blend». E poi c’è anche il caffè crudo, anch’esso torrefatto in loco per il gelato; e la caffetteria che, con la pasticceria, è parte integrante di Sottozero, un’istituzione sul lungomare reggino rimasta tale anche nei giorni del lockdown.
Enzo Pennestrì
Tanti gusti da Sottozero
Altre bontà
Storie dal mondo del gelato di qualità
a cura di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile
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