04-05-2021
Una delle pizze di Flegrea, dal 1976 "la" pizzeria napoletana a Torino. Oggi a gestirla sono i soci, e amici, Enrique Jiménez González e Gianluca Poggio, con Marco Venere alla pala
La pizzeria Flegrea è un pezzo di storia della città di Torino: aperta nel lontano 1976, è stata la prima pizzeria napoletana del capoluogo piemontese. Un percorso ininterrotto sotto la proprietà originaria fino al 2016 quando, per qualche anno, l’indirizzo in corso Massimo D’Azeglio 114 si riposa e si rigenera, per rinascere due anni dopo: ne conserverà il nome, ma ad animare la "ritrovata" Flegrea questa volta sono i soci, e amici, Enrique Jiménez González e Gianluca Poggio. Anche l’offerta rimane immutata: quindi pizza, pizza e ancora pizza napoletana. Ognuno poi è libero di attribuire a quest’ultima accezione la propria incontestabile interpretazione, ma da Flegrea la pizza napoletana è soprattutto digeribilissima e di alta qualità.
C’è da dire che sia Enrique che Gianluca erano entrambi estranei a questo mondo, meno a quello delle birre artigianali (sono soci del birrificio Soralamà) e della ristorazione (insieme gestiscono una brasserie nella Valle di Susa, un tapas bar e tante altre attività, incluso un nuovo ristorante in zona Porta Nuova - Guarini - dove si spilla vermouth alla spina). È apparso necessario sin da subito, quindi, affidarsi a mani esperte, e quelle di Luigi Acciaio (oggi il pizzaiolo de La Flegrea è Marco Venere) hanno dato l’impronta che i due amici cercavano: tutto il processo di fermentazione creativa inizia con un presupposto saldo, cioè raggiungere un altissimo grado di digeribilità dell’impasto, abbinando quest’ultimo a una materia prima selezionata scrupolosamente.
Marco Venere
Inoltre, in qualità di produttori di birra, il cereale è percepito da Enrique e Gianluca come una materia viva che cambia di stagione in stagione e che suggerisce l’adozione di sensibili adattamenti nelle sue fasi di lavorazione: affidare questo compito così delicato a una fonte esperta e attenta in tema di farine facilita il lavoro e lo predispone ai migliori risultati.
E quali ingredienti farciscono le pizze della Flegrea? Origano di montagna, pomodori campani (dal Piennolo al San Marzano, dai datterini rossi a quelli gialli), il fior di latte, le alici (più Cetara e meno Cantabrico), il prosciutto... «In questo caso - confessa Enrique - la scelta ricade sull’Iberico. È migliore di un crudo italiano? Nessuno può dirlo. Ma sicuramente è diverso, più carnoso, e a noi piace combinarlo con la mozzarella di bufala sulla nostra focaccia Italia-Spagna».
La degustazione di un cibo così popolare si rinnova nella cornice della pizzeria Flegrea, senza mai perdere la sua semplicità di fondo. È in luoghi come questi che risulta ancora più evidente la capacità di un prodotto di saper accogliere nuove tendenze, nuovi pubblici, senza mai soffocare la tradizione: perché una pizza, non è mai solo una pizza.
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Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.
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