26-02-2020
Giuseppe Iannotti, Salvatore Salvo e il sous del primo, Eugenio Vitagliano, impegnati a realizzare le pizze per la serata speciale ospitata al Salvo Napoli
«La tecnica ha solo l’obiettivo di centrare il gusto, con questa serata io non faccio altro che portare la mia idea di cucina in pizzeria». Queste le parole di Giuseppe Iannotti, il cuoco stellato del Krèsios di Telese Terme, che ha accettato l’amichevole invito a partecipare a "Chef in Pizzeria", il ciclo di appuntamenti che Salvatore e Francesco Salvo hanno lanciato nella loro pizzeria napoletana in Riviera di Chiaia.
La domanda che ci si fa in certe occasioni, soprattutto da parte di tecnici e di addetti al settore, è: cosa vogliono dare e trasmettere questi incontri? Quali sono le loro eventuali finalità o sono semplicemente un diversivo dal quotidiano di ciascuna delle due figure professionali, ovvero il cuoco e il pizzaiolo?
Il pizzaiolo inizia a percorrere una sempre maggiore attenzione alla conoscenza e all’approfondimento della tecnica in cucina e ha l’esigenza di gestire ingredienti e cotture tali da arrivare all’equilibrio dei sapori, ad una corretta armonia gustativa e ad abbinamenti pensati e validi. Grazie a tecniche di cucina innovative e di lavorazione e cottura degli ingredienti, apprese dai cuochi, è dunque possibile portare sull’impasto di una classica base pizza, un prodotto gastronomico che diventa altro.
Prendiamo il caso specifico di Iannotti, un vero e proprio ingegnere della cucina, studioso e perfezionista; lui ha voluto anche dare un approccio diverso e di estemporaneità, correndo naturalmente il rischio che non tutto il percorso proposto risultasse perfetto. Ma l’intento era solo quello di consolidare un dialogo tra due figure che hanno competenze e conoscenze diverse, che possono, con la voglia, la coscienza e la giusta apertura mentale, portare un nuovo concetto di preparazione in tavola.
Brindisi finale tra Salvatore Salvo e Giuseppe Iannotti
La segue a ruota, vuoi per concetto, vuoi per riuscita, la Montanara con provola, pomodoro liofilizzato e kimchi di scarola napoletana. La filosofia di Iannotti legata alla stagionalità degli ingredienti, coadiuvata alla capacità tecnica, gli consente di proporre una scarola, che sembra apparentemente fresca, ma che è stata lasciata fermentare per ben tre mesi. Concetti non semplici oggi, perché siamo tutti troppo abituati a trovare sempre tutto e forse per questo a non apprezzarne più l’essenza e il sapore.
Intrigante e apparentemente semplice anche il Gelato piennolo e pesto di basilico, che sarebbe bastato come chiusura del percorso, fresco e con quel tocco croccante dato dalla pizza resa biscottata.
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino