22-05-2016
Il sito della pizzeria Montegrigna by Tric-Trac di Legnano. E' l'unica concessione "tecnologica": il locale non ha nemmeno una pagina Facebook, si basa sul passaparola. Il titolare Bruno De Rosa si racconta in questa intervista a Francesco Inguscio de La Provincia di Varese, che gentilmente ci ha concesso la pubblicazione
Per molti è la miglior pizzeria della Lombardia, ma questo i suoi clienti già lo sapevano. Il Montegrigna by Tric Trac si trova a Legnano, in via Grigna 12. Posto un po’ nascosto (non lo trovi per caso, devi andare volutamente a cercartelo), perfino senza insegna, ma rinomato, apprezzato e pluripremiato, pizzeria di culto per migliaia di affezionati clienti provenienti da Legnano e dall’Alto Milanese, ma anche dal Varesotto, il Comasco, la Svizzera. Perché non serve troppa pubblicità o visibilità, quando sai cucinare una pizza da leccarsi i baffi. Una? Pardon, 200, preparate con 25 impasti diversi, dal mais ottofile alla segale, dal farro all’enkir: quando si dice “ce n’è per tutti i gusti”.
Artefice di questo capolavoro imprenditoriale-gastronomico è Bruno De Rosa, originario di Tramonti, comune di poco più di quattromila anime abbarbicato sui Monti Lattari, sopra la costiera amalfitana: molti dei migliori pizzaioli del Nord Italia arrivano da lì: «I nostri padri, e noi stessi da giovani, ci arrangiavamo coi pochi prodotti che offriva la nostra terra montagnosa, in nessun punto pianeggiante: pomodori, origano, farro, patate, non avevamo altro - racconta - E quando si faceva il pane, si preparava anche la pizza, con quello che c’era a disposizione: il pomodoro, le alici di Cetara, l’origano, lo strutto del maiale che avevamo allevato».
Bruno De Rosa. La sua pizzeria è anche inserita in Where to Eat Pizza, la guida delle migliori pizzerie del mondo curata da Daniel Young, che sarà presentata martedì 7 giugno, alle 15,30, a Milano (leggi qui)
Nel 2010, per festeggiare il triplete dell’Inter, De Rosa ha anche creato una speciale pizza nerazzurra: «Sono interista fin da bambino, da quando ascoltai alla radio (regalatami da mio fratello con i primi soldi guadagnati con le pizze) la cronaca della finale di Coppa dei Campioni tra Inter e Liverpool». Al Montegrigna, le pizze le cucina tutte patron Bruno: «Ho cominciato a preparare le pizze a tredici anni, da assoluto autodidatta - racconta - Dal ‘69 al ’71 ho lavorato a Trieste, con un mio fratello più grande. Gestivo dieci tavoli con la forza della disperazione. Ho anche pianto sui marciapiedi per la tristezza, ma mia madre mi incoraggiava: “Stai lì, vedrai che le cose miglioreranno”. Tempi duri, anche se i triestini mi adottarono come un figlio».
La pizza Cravot: impasto rustico (mais ottofile e grano saraceno), poi pomodoro San Marzano, pomodorini, fiordilatte a fette, prosciutto cotto di Parma, alici del mar Cantabrico, formaggio di capra a latte crudo, origano di montagna, olio extravergine. Golosissima.
Dal 1971 al 2016: 45 anni di successi all’insegna della buona cucina. Qual è la ricetta? «Passione, dedizione, affidabilità e continuità. Ho sempre cercato di migliorare, di dare certezze ai miei clienti. Ho imparato guardando gli altri, da autodidatta: mia figlia Stefania mi aiuta a portare avanti il locale, me le pizze le preparo sempre io, e se non ci sono chiudo qualche giorno. Ho sempre fatto le cose da solo: ogni tanto mi arrivano delle offerte, ma non mi interessano: quello che ho mi basta. Sono felice così. L’unica cosa che mi pesa è la burocrazia: dovrebbero supportarci, invece ci mettono mille bastoni tra le ruote».
Un altro capolavoro del Montegrigna (foto Diario del Web)
Solo la sostanza conta, non l’apparenza: «Non è una pagina Facebook che ti fa andare avanti, ma la qualità del lavoro - conclude De Rosa - Mi invitano ai campionati dei pizzaioli, ma non ci vado: il mio campionato è qui dentro, e lo vinco ogni giorno. Sa cosa mi ha detto un collega l’altro giorno? "Sono stato premiato più volte ai campionati europei della pizza, ma la pizza migliore della mia vita l’ho mangiata qua"». (da La Provincia di Varese)
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
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Classe 1977, scrive (anche) di enogastronomia per il quotidiano La Provincia di Varese