07-10-2020
Renata ed Ezio Santin in una foto scattata nella sala della loro Antica Osteria del Ponte, il ristorante stellato alla Cassinetta di Lugagnano, tra Abbiategrasso e Milano
XXL, 50 piatti che hanno allargato la mia vita, scritto da Paolo Marchi assieme con Annalisa Cavaleri, è stato pubblicato da Mondadori Electa nell'ottobre 2014, la prefazione è firmata da Oscar Farinetti. Questo è il 29° di cinquanta racconti
Anche se la parola marketing non è certo francese, a livello di pubblicità e propaganda nessuno batte i nostri cugini. Come sanno valorizzare qualcosa loro nessun altro al mondo. Non che i loro vini o i loro piatti non siano formidabili, ma traggono forza anche da una pianificazione economica, distributiva e promozionale unica, che ne accrescono a dismisura i meriti.
Noi italiani possiamo mugugnare all'infinito, possiamo vantarci di avere formaggi ottimi e vini altrettanto importanti. Possiamo rinfacciare loro di essere gli inventori della pizza o del caffè espresso, ma resta il fatto che loro si vantano e vanno fieri di ciò che producono, mentre noi distruggiamo tutto, seppellendo ogni buona azione sotto un mare di invidie, critiche e miopia.
Dovremmo essere loro più grati e nel contempo impegnarci con fatti concreti per dimostrare che abbiamo tanta sostanza anche noi. Grazie a quell’incontro era mia intenzione cogliere l’anima più profonda di due popoli cugini, nella speranza di trovare punti di contatto che tornassero utili per il futuro dell'enogastronomia italiana. Sono passati molti anni da allora, ma, purtroppo, vedo che la strada è ancora molto, ma molto lunga.
Scampi e caviale, il cavallo di battaglia di Ezio Santin
C’erano anche Walter Bianconi, che aveva portato in Italia l'associazione Jeunes Restaurateurs d'Europe e Giampaolo Galloni, che curava le pubbliche relazioni della Michelin e che, visto il suo lavoro, parlava di tutto eccetto che di ristoranti. Massima riservatezza. Completavano la compagnia Annie Feolde, una francese di Nizza, ai fornelli dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze e Toni Cuman, firma del mensile La cucina italiana e partigiano del Made in Italy, sempre pronto a ricordare che un Paese che produce il tartufo bianco, la pizza e l'olio extravergine non può essere secondo a nessuno.
Gualtiero Marchesi ed Ezio Santin, Expo 2015 di Milano. I loro ristoranti sono stati i primi in Italia a ottenere le tre stelle Michelin
Ricordo come se fosse ieri che emerse da tutti i partecipanti l’ammirazione per la serietà transalpina. La Feolde ebbe buon gioco nel rimarcare come in Francia si pretendesse da tutti di più, ristoratori, pasticcieri, chef e artigiani. Là tutti si muovono nella stessa direzione, riuscendo a tenere sotto traccia invidie e lotte intestine. A una sola voce i francesi riescono a far capire che da loro si mangia bene, si beve ancora meglio e si sta bene. Il primo imperativo è che i turisti scelgano il loro Paese come meta, poi, una volta arrivati, andranno dove meglio credono. Riescono a fare gruppo e procedono come una testuggine. Inoltre i francesi sanno difendere ferocemente i loro spazi.
Il ponte sul Naviglio da cui prende il nome l'Antica Osteria del Ponte
Ad esempio io soffro quando sento i ristoratori lamentarsi perché i loro piatti sono definiti cattivi solo perché sono costosi. Come l’elegante e sensuale Tartare di scampi e caviale, bandiera di Santin. «Grazie per i complimenti - mi disse sospirando patron Ezio - però voi la capite e tanti invece si fermano al prezzo». Identità golose esiste anche per questo, per dare un palcoscenico, una vetrina al
I Santin a casa loro con la copia del libro Tre stelle Michelin che li vede tra i personaggi protagonisti, raccontati dall'autore Maurice von Greenfields per l'editore Maretti di Imola
Purtroppo in Italia si fa fatica a capire che un conto è il nutrimento quotidiano, un boccone e via, e un altro l'esperienza sensoriale che si può avere in un ristorante importante, magari solo per una volta all’anno. Vi immaginate qualcuno fare i conti in tasca a Michelangelo per la cappella Sistina, suggerendo, al posto degli affreschi, un'economica carta di parati?
Piatti e momenti che hanno allargato la mia vita
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi