02-11-2015
Chiusa l'edizione milanese, torniamo sui rendering dell'Expo che sarà: l'Esposizione universale di Dubai (20 ottobre 2020-10 aprile 2021) punta a 25 milioni di visitatori complessivi, 438 ettari di polo espositivo, una capacità totale di 300mila presenze e un afflusso quotidiano di 153mila. Prima ancora avremo Expo 2017 ad Astana, sorta di "esposizione di mezzo" che avrà luogo nella capitale del Kazakhstan, dal 10 giugno al 10 settembre 2017
Chiusa come meglio non avrebbe potuto l’Expo 2015 di Milano, gli occhi rimangono ora puntati per 5 anni su Dubai 2020, la prossima Esposizione Universale che la megalopoli degli Emirati Arabi Uniti ha strappato in gara nel novembre di 2 anni fa a Ekaterinburg (Russia), Smirne (Turchia, già sconfitta nella tornata precedente proprio da Milano) e San Paolo (Brasile). Alessandro Salvatico, lo chef del ristorante Armani di Dubai, ci ha raccontato pochi giorni fa la frenesia che già assale la penisola araba, pronta a organizzare la più grande Esposizione di sempre.
I numeri che pre-dipingono la rassegna emiratina – che avrà luogo in un polo fieristico a metà strada tra Dubai e la capitale Abu Dhabi, dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021 – sono eloquenti nell’ambizione: 25 milioni di visitatori (Milano ha chiuso a 21), 70% di visitatori di provenienza extra-continentale, un’area complessiva di 438 ettari (Milano 110), di cui 200 espositivi, con una capacità totale di 300mila presenze e un afflusso quotidiano di 153mila presenze di media (100mila circa quelli accorsi ogni giorno negli ultimi 6 mesi a Rho).
Tra più visitati e apprezzati di Expo 2015, il padiglione degli Emirati Arabi Uniti recava traccia dei temi che approfondiremo a Dubai dal 20 ottobre 2020: sostenibilità, mobilità e opportunità
Il tema del cibo, centrale nell’edizione chiusa due giorni fa, continuerà a essere un corollario cruciale sull’assioma della “connettività” anche perché l’80% dei 9 milioni di abitanti di oggi sventola un passaporto palestinese, iraniano, indiano o asiatici in genere, coloro che hanno di fatto costruito col duro lavoro la spina dorsale del paese: “fusion” è un concetto che gli EAU sviluppano praticamente dalle origini - gli Emirati sono nati solo nel 1971. E nel prossimo quinquiennio, c’è da scommetterci, oltre alle insegne che oggi strillano importanti nomi di richiamo (Heinz Beck, che oltre a Social Heinz Beck ha aperto da poco Taste of Italy, Giorgio Locatelli, Gordon Ramsey, Marco Pierre White, Yannick Alleno, Juan Amador…) fioriranno ambiziosi ristoranti dalla spiccata identità locale (di fatto, tutta da codificare).
Il rendering di Astana 2017: 25 ettari di polo espositivo, 100 paesi e 7 milioni di visitatori previsti in 3 mesi
Attività, idee e protagonisti dello spazio di Identità Golose all'Esposizione Universale 2015
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt