09-02-2016
Nicola Ultimo, restaurant manager del Vun, l'insegna con una stella Michelin del Park Hyatt di Milano. Nato a Bari nel 1971, ha lavorato in Inghilterra, Francia e Svizzera. Inizia come commis nel 1986, e poi fa esperienza come chef de rang, head waiter, sommelier e assistant restaurant manager all'interno di diversi hotel e strutture ricettive della ristorazione
L'accoglienza ha inizio con il sorriso gentile della prima persona che si incontra varcando la soglia del ristorante: chi accoglie l'ospite, sia un operatore di sala oppure il maître di un ristorante, ha il compito di stabilire un primo contatto con lui, cercando una sintonia. Questo è un momento cruciale, delicatissimo. In pochi istanti, l'ospite compie una prima – determinante – valutazione. Sì, perché nei primi attimi è spaesato, scettico, magari stanco, e si deve sentire accolto, rassicurato, compreso. E tutto questo è un desiderio immediato. Tutti noi cerchiamo di stare bene, ovunque siamo. Amiamo l'armonia, la gentilezza, quella autentica e naturale; è qui che entra in gioco lo staff, che "adotta" l'ospite, interpretandolo, anticipandolo, cercando di esaudire al meglio le sue richieste.
Oggi la ricerca della sintonia, un approccio empatico e una visione multiculturale devono essere i veri valori-guida di qualsiasi struttura. Ricerca di sintonia verso il cliente, certo. Ma è allo stesso tempo fondamentale l'intesa tra i membri dello staff, in modo da poter soddisfare le aspettative e superarle. Perché questo è un lavoro ricco di imprevisti. E, nonostante tutti gli sforzi che si possano attuare per creare una relazione positiva con l'ospite, subentrano, molto spesso, problematiche da gestire e risolvere.
La sala del Vun, al piano terra di via Silvio Pellico 3 a Milano
Ma si deve ricorrere anche a un altro strumento essenziale: l'arte dell'improvvisazione, intesa come veloce proposta di una soluzione. Affiancata, certamente, dalle competenze professionali. In sala, i membri dello staff, quando si trovano davanti a problematiche e imprevisti, utilizzano tra loro codici precisi e consolidati, per lo più appartenenti alla sfera del linguaggio non verbale, che tutti riconoscono, e che rapidamente permettono una perfetta sincronia ed efficacia.
Per fare ciò, il team ha bisogno di un ottimo coordinamento alla base: di un direttore lungimirante, capace di scegliere assieme ai suoi collaboratori le persone più adatte per ciascun ruolo, di accompagnarle nella crescita quotidiana e di creare l'atmosfera giusta tra i singoli. Un direttore che dovrà non soltanto coordinare, ma anche ascoltare le voci dei suoi collaboratori, e di tracciare le linee guida future per garantire sempre il massimo della qualità del servizio.
Nicola Ultimo e Andrea Aprea, chef del Vun del Park Hyatt, insieme dal settembre del 2011 (foto Sergio Luigi Locatelli)
La professionalizzazione del servizio e il riconoscimento nazionale delle professioni devono essere gli obiettivi principali. Qui in Italia, l'Istituto Alberghiero statale è ancora una struttura formativa non considerata a sufficienza.
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
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nato a Bari nel 1971, è f&b manager del Park Hyatt, hotel 5 stelle lusso nel cuore di Milano. Vi lavora dal 2003, l’anno dell’apertura dell'hotel. Da 7 anni coordina il Vun, il ristorante di Andrea Aprea, 2 stelle Michelin
Retroscena e curiosità di un mestiere affascinante, storie di grandi donne e uomini che hanno scritto la storia della ristorazione italiana e internazionale, visioni e consigli per alimentare nel tempo un ritorno al vero polmone dell’ospitalità: dritti In sala