12-01-2022
I due titolari dell'insegna triestina
«Siamo noi due, siamo la somma delle nostre idee», così suonava una canzone degli anni ’90 e la strofa rappresenta perfettamente La Bottiglia Volante, enoteca in Via Paganini 2/c a Trieste e somma delle idee di Emanuela Tortora e Luca Formenti. Si sono conosciuti davanti a del buon vino e Emanuela, sommelier e appassionata di vini non convenzionali, ha fatto innamorare Luca di questa tipologia di prodotti…e non solo.
Emanuela, oltre a essere una sommelier, è un’illustratrice, suo lavoro principale, che l’ha portata, da Napoli, a vivere a Trieste. Luca, varesino, per seguirla, si trova a fare avanti e indietro per un lungo periodo fino a che anche lui sceglie di trasferirsi.
Una proposta diversa per la città di Trieste, abituata a offerte classiche e prodotti convenzionali: qui trova invece ampia scelta di vini biologici, biodinamici, macerati e metodi ancestrali; e inoltre salumi, tome d’alpeggio, selezione di formaggi di affinatori e piccole latterie, italiani ed esteri, e ottimi taralli artigianali della tradizione napoletana.
Luca descrive così la loro proposta: «Emanuela e io non beviamo mai lo stesso vino, ma ricerchiamo sempre profumi e gusti nuovi e per questo le bottiglie nel locale gireranno spesso, con l’obiettivo di coinvolgere sempre di più il cliente nell’assaggiare le nuove proposte». E continua: «Nel vino non convenzionale ho ritrovato i profumi dell’orto del nonno - già faceva biodinamica senza saperlo! - e mi piace riscoprirli nelle bottiglie di origini, declinazioni e lavorazioni diverse, ma tutte accumunate da approccio quanto più naturale possibile».
L’Aussigouins di Dominque Dufour, originario della Loira e nato da uve Chenin Blanc. Vi sono 2000 bottiglie di questo prodotto e 42 sono per La Bottiglia Volante, unica in Italia ad averlo. Un vino delicato, ma la contempo profondo e con una straordinaria evoluzione in bottiglia, «è il vino che mette d’accordo chi beve convenzionale e chi invece si è già avvicinato a un nuovo modo di fare vino» spiega Luca.
Una bollicina passepartout è invece il Bulle Nature Petillant Natural, Domaine Les Grandes Vignes. Bella struttura e croccantezza, una piacevolezza che ricorda il metodo classico, presenta una grassezza iniziale per tendere poi all’acidità e una lunga persistenza. Con un uvaggio di Chenin, Grolleau gris e chardonnay e senza zucchero aggiunto, è ottimo con formaggi di capra, foie gras o delle patate al burro. Anche se è una bottiglia che non arriva al pasto, finisce prima.
La Bottiglia Volante è un ottimo luogo di confronto per neofiti, esperti di convenzionali e non, produttori e per chi ha semplicemente voglia di mangiare e bere bene, ma con un tocco di originalità. Emanuela e Luca sapranno accogliervi e consigliarvi al meglio.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
triestina di nascita, milanese di adozione, è appassionata di buon cibo e buon vino. Lavora a Identità Golose
Lo staff di cucina del ristorante Harry's Piccolo di Trieste. Da sinistra a destra: Davide De Pra (executive chef), Lorenzo Calvo (primi), Matteo Metullio (executive chef), Gazit Yotam (stagista), Daniele Fiumefreddo (antipasti), Domenico Scotto (secondi), Kevin Fejzullai (dolci) e, seminascosto, Ennio Addante (primi)
Lo staff al gran completo dell'osmiza Al Barcollo di Trieste, aperta in via San Nicolò 8b dal giovane imprenditore Marco Braulin
Davide De Pra e Matteo Metullio chef in "Condivisione" dell’Harry’s Piccolo, ristorante 2 stelle Michelin contenuto nell’hotel Gran Duchi d’Aosta, sul palco di Identità Milano 2022 (foto Brambilla/Serrani)