01-07-2019

Collestefano, eccellenza del Verdicchio di Matelica

L'azienda di Fabio Marchionni ha iniziato la produzione nel 1998, dimostrandosi in breve tempo un punto di riferimento

Uno scorcio dei vigneti di Collestefano

Uno scorcio dei vigneti di Collestefano

Una collinetta che raggiunge i 450 metri di altezza, circondata dai vigneti (21 ettari, per l’esattezza). Un vento fresco che si alza ogni pomeriggio dopo le cinque nella Valle Camertina e la linea degli Appennini in lontananza. Un terreno medio argilloso e la forte escursione termica diurna.

Siamo nelle Marche e queste sono le caratteristiche di Collestefano, toponimo e nome dell’azienda che produce dal 1998 il suo Verdicchio di Matelica.

Fabio Marchionni

Fabio Marchionni

La prima annata, solo 7mila bottiglie (a oggi la produzione ne conta circa 120mila) è stata venduta quasi porta a porta da Fabio Marchionni, una laurea in agronomia con specializzazione in enologia, un’esperienza di lavoro in Alsazia e la volontà, insieme alla moglie, di recuperare i terreni di famiglia e produrre vino di qualità.

Partiti con una vecchia automobile carica di vino, i due hanno iniziato il giro dei tanti ristoranti della vicina costa, primi fra tutti i locali della passeggiata a mare di Senigallia («con Uliassi che è stato fra i primi a darci fiducia e metterci in carta!»).

«Ricordiamo il momento in cui dicemmo che avremmo trasformato il garage in una cantina - ci dicono -. Ci hanno presi per matti: due giovani senza una lira, ma noi avevamo un progetto ben chiaro in mente». Di acqua sotto i ponti ne è scorsa, e nel 2007 la proprietà è passata dai 3 ettari iniziali alla sua attuale dimensione e capacità produttiva finché nel 2010 è arrivata anche la cantina nuova, attualmente utilizzata per la vinificazione.

Le vigne di Collestefano, biologiche dal 1995, producono soprattutto Verdicchio di Matelica, che fa soltanto il passaggio in acciaio: un vino piacevolissimo e con una complessità che non ci si aspetterebbe da un prodotto imbottigliato presto e consumato solitamente da giovane, con una nota agrumata e frutto croccante accompagnato dal finale salato (dopotutto il mare, in linea d’aria, non è poi così distante).

A Collestefano si produce anche un Metodo Classico, uno spumante Extra Brut non dosato da uve 100% di Verdicchio di Matelica, in commercio dal 2012 dopo qualche anno di esperimenti e nato dalla passione della famiglia Marchionni per le bollicine.

Si tratta di 10mila bottiglie all’anno (che vanno a ruba!) e la presa di spuma del 2018 uscirà fra 3 anni. Completa la gamma delle etichette il Rosa di Elena, un rosato a base di Sangiovese e Cabernet cui si aggiunge una piccola percentuale di altre uve. 

Collestefano con i suoi vini, che nascono quasi al confine con l’Umbria, è una delle aziende di riferimento della zona e offre uno spunto interessante per una comparazione fra il più celebre Verdicchio dei Castelli di Jesi e quello di Matelica, una DOC circa 10 volte più piccola in quanto a ettari vitati ma storica, che ha compiuto cinquant’anni nel 2018 e che merita di essere approfondita e un posto sugli scaffali delle enoteche e sulle carte dei vini. Non solo nelle Marche.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Amelia De Francesco

Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola

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