09-05-2019
La locandina di Sicilia en Primeur 2019
Sicilia en Primeur è giunta alla XVI edizione, ed è organizzata da Assovini Sicilia, un’associazione che raccoglie oltre 90 realtà vitivinicole della regione. Questo appuntamento, che si è svolto tra il 6 e il 10 maggio, ha permesso a un centinaio di giornalisti specializzati di degustare in anteprima il millesimo 2018, di visitare diversi monumenti patrimonio dell’Unesco e di radunarsi infine a Siracusa, dove il 10 maggio dalle ore 18, l'evento sarà aperto al pubblico dei winelovers.
Quest’anno abbiamo visitato la zona di Marsala e Mazara del Vallo, cercando di scoprire, attraverso i calici e con un contatto diretto con i produttori, come evolvono i microclimi, i suoli, gli stili e soprattutto la longevità di alcuni vitigni autoctoni che spesso vengono ricordati per versioni più commerciali, o addirittura inesistenti perché identificano bevande dubbie.
E’ il caso del Marsala, doc Siciliana che prende il nome dalla città e viene supportata dalla storia con la monumentale cantina Florio che presenta oggi una veste più modernista del vino Marsala. 100% Grillo, uno stile impareggiabile proprio come le vecchie annate: abbiamo fatto un vero viaggio nel tempo con la degustazione del millesimo 1964 spillato dalla botte.
La cantina Florio
Sempre a Marsala c’è la Caruso & Minini, una realtà più recente, che si è evoluta dopo l’incontro tra due imprenditori, il siciliano Caruso con il bresciano Minini, entrambi convinti di coltivare a Marsala e dintorni le vigne Giummarella e Cuttaia per un totale di 120 ettari di vigneti in collina. Hanno piantato vitigni autoctoni Grillo, Catarrato, Nero D’Avola e Perricone, oltre a quelli internazionali con una produzione che supera le 20 etichette.
Nei dintorni, elevandoci a qualche metro sopra il livello del mare, si raggiunge il baglio della famiglia Fina, un panorama mozzafiato. Bruno Fina fu un allievo di Tachis e solo nel 2005 decise, con l’ausilio dei figli, di creare una sua linea di bottiglie.
Del millesimo 2018 è davvero interessante Kiké, che nasce da un blend di Traminer (vigne piantate a Erice a 500 metri slm) e una piccola percentuale di Sauvignon Blanc; viene ben affiancato dallo Zibibbo Taif, denominazione che riconduce alla capitale agricola dell’Arabia Saudita. Svela un vino schietto che affascina per la persistenza della carica aromatica.
Clara e Annamaria Sala
Uno scorcio della riserva naturale
Il Grilloro è frutto di vendemmia tardiva di uve surmature selezionate acino per acino. Le sorelle Sala poi sfidano il territorio con uno Zibibbo secco in due versioni, una più comune e immediata e l’altra un vero cru. Il 2018 si presenta come un millesimo più austero del 2017, annata da ricordare per vini raffinati e longevi. Last but not least, il loro Frappato 2018 offre piacevolezza assoluta con sentori di lampone e frutti rossi.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione