29-08-2011

Alla corte di re Andoni

A Errenteria, nei Paesi Baschi, per comprendere il significato più autentico di cucina concettuale

Il ristorante Mugaritz di Errenteria, terzo al mon

Il ristorante Mugaritz di Errenteria, terzo al mondo nella graduatoria 50Best, è una piacevole gita in macchina nella campagna attorno a San Sebastian, Paesi Baschi, +34.94.3522455

All’arrivo, se il sole non è ancora tramontato, è piacevole accomodarsi in giardino a sorseggiare una flûte di cava (o champagne, come preferite): vi serviranno lì, all’ombra della grande quercia, i primi appetizer «rigorosamente da mangiare con le mani, perché sono bocconi da annusare, gustare, toccare», viene spiegato. Già, la quercia: primo snodo filosofico di Mugaritz, nome che non a caso deriva dal basco muga ("confine") e haritza ("quercia"), ossia “quercia al confine”, che è quello tra i paesini di Errenteria e Astigarraga. Siamo in aperta campagna.

La pianta è il simbolo stesso dei Paesi Baschi nei quali ci troviamo, a 8 chilometri dalla San Sebastiàn nella quale lo chef è nato 40 anni fa: all’ombra dell’haritza, a Guernica, per secoli si sono tenute le assemblee popolari e i sovrani hanno dovuto giurarvi di rispettare la libertà del fiero popolo d’Euskadi; così quella quercia, il Gernikako Arbola ("albero di Guernica”), è diventato icona stessa di tale autonomia e dunque proprio Guernica, oltre un’ora d’auto da dove siamo, divenne il luogo della memoria e dell’orgoglio nazionalista basco da colpire duro, come fecero i franchisti e come ci ricorda Pablo Picasso. Insomma: la quercia nel giardino di Mugaritz ha radici forti come un’identità di popolo che è anche fortemente gastronomica, se è vero che Andoni Aduriz è figlio di Ferran Adrià ma anche dei “grandi vecchi” (e meno vecchi) dei dintorni: Arzak, Subijana, Berasategui. Oggi però è lui l’esponente di punta della Nueva cocina vasca; anzi, il Numero Tre al mondo, almeno secondo la classifica 50Best di S.Pellegrino.

Noci di cioccolato rotte, tostate e salate, crema gelata di latte di capra e gelatina di Armagnac (foto Passera)

Noci di cioccolato rotte, tostate e salate, crema gelata di latte di capra e gelatina di Armagnac (foto Passera)

Insomma: che siate ancora a indugiare sotto le fronde, pregustando quel che verrà con l’adrenalina che cresce, cresce; o che vi siate già accomodati nella sala elegante e raffinata, i tavoli ben distanziati con al centro un piatto diviso in due, i due semicerchi uniti per il centro ma su piani perpendicolari l’uno all’altro, a formare una x (come a dire: stravolgeremo le regole); ecco, in un caso o nell’altro già dovete sapere che qui si viene da lontano ma si vuole andare ancor più lontano, scordate il solito tran tran. Il passato è il trampolino per lanciarsi nel futuro; le tecniche sono spagnole, l’ispirazione vien da chissà dove. Aduriz non propone una cucina emozionale; non vi coccola con piatti di immediata percezione; il suo menu degustazione di 18 portate scansa quasi del tutto le scorciatoie ruffiane che colpiscono facilmente i sensi. La sua è un tavola di ricerca e perlopiù concettuale; certo alta ma mai scontata. Travolgente o stravolgente? Di certo capace di offrire valanghe di stimoli. Insomma non commuove, fa piuttosto riflettere.

Può non essere solo un pregio. Anche altri – per restare in questa Penisola, vengono subito in mente Dacosta a Denia e Alija a Bilbao… – giocano alla stragrande con l’essenzialità e la natura. Aduriz però ha/è qualcosa di diverso (meglio o peggio, fate voi): rigore assoluto, quasi con il gusto di sfidare chi sta a tavola in una singolar tenzone dove lo chef è il tramite necessario per la conquista di un Santo Graal inafferrabile, metafisico: non il Sapore, quanto il suo spirito. L’invito al confronto-scontro è persino dichiarato, due bigliettini sulla vostra mesa stimolano alla ribellione («150 minutos. ...rebélate! 150 minutos para incomodarte, alterarte, impacientarte. 150 minutos para padecer») o alla sottomissione («150 min. ...sométete. 150 minutos para sentir, imaginar, rememorar, descubrir. 150 minutos para la contemplación»).

Il cuoco Andoni Luis Aduriz, classe 1971

Il cuoco Andoni Luis Aduriz, classe 1971

E dunque accettiamo di calarci in questo campo di battaglia nel quale Andoni fa strame di neuroni addormentati e papille impigrite; scopriamo così che l’iniziale birrettina con olive nere, sorta di pintxo da taverna all’angolo, è un brodo caldo di legumi tostati, dall’aroma terroso, con palline di pasta di fagiolo glassate all’oliva; che aprendo un misterioso cartoccio tenuto chiuso con tanto di simil-molletta, troviamo Fruta fragante, ossia una semplicissima ed eterea mela al cardamomo (succosità speziata e presa in giro); che il Queso madurado in su propria corteza è un formaggio-non formaggio ottenuto mettendo a bagno semi di lino nel latte (altro piatto-gioco da gustare con funghi coprini ed “erbe carnose”); che l’emulsione di carne (meglio, di grasso della sua cartilagine) conferisce alla Pieza de vacuno asada sentori fumosi che accompagnano i cristalli di sale; che le Noci (di cioccolato) rotte, tostate e salate, crema gelata di latte di capra e gelatina di Armagnac è (semplicemente?) un dolce portentoso, al bando finalmente – diamo alla parola una doppia valenza, essendo a termine pasto... - ogni cerebralità!

Mugaritz
Aldura Aldea, 20
località Otzazulueta baserria
Errenteria
Paesi Baschi
Spagna
t. +34.94.3522455
info@mugaritz.com
Prezzi: solo un menu degustazione da 140 euro
Chiuso domenica sera, l'intero lunedì e martedì a pranzo


Carlo Mangio

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Carlo Passera

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Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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