Come quella dei Liu (Iyo, Gong, Ba Asian Mood) e degli Zhang (Bon Wei, Dim Sum), anche quella degli Zhou - benché su livelli ancora di minor eccellenza - è una bella storia di emigrazione Cina-Italia. E di un meritato successo figlio del lavoro e del sudore. Per dire: quando chiediamo a Xiaobo Zhou, classe 1978, sposato con Alessandra Hu, se proprio come lui (è infatti figlio d'arte), anche i suoi due ragazzi lavoreranno nell'attività ristorativa di famiglia, risponde: «Spero di no, troppo faticoso. Io mi sto spezzando la schiena per consentire a loro di studiare e quindi intraprendere, se vorranno, altre strade». Chapeau.

Xiaobo Zhou e Alessandra Hu
Originari di un piccolo paesino contadino della provincia di Wenzhou nella regione dello Zhejiang, gli
Zhou sono in Italia dal 1990. Tante esperienze per
Xiaobo: dal ristorante di pesce
Mediterranea al
Tomoyoshi Endo di via Vittor Pisani, che fu il primo ristorante nipponico in Italia; poi al
Sogo in Brera, dove impara l’arte del tempura, e alla
Compagnia generale dei viaggiatori naviganti e sognatori, indirizzo di tendenza di fine anni ’90, dove perfeziona l’arte del taglio del pesce. A quel punto inizia anche la carriera imprenditoriale: apre una pizzeria, sempre a Milano, nel 1999; quindi il
Mori Jungle Sushi in Franciacorta. Nel 2005
Xiaobo e
Alessandra hanno inaugurato il loro
Nishiki, ristorante giapponese di quartiere, tornando nel capoluogo lombardo, in corso Lodi. Recentemente l'hanno completamente rinnovato, per puntare più in alto: e in questo c'è già la dimensione di un'ascesa meritevole, fatta senza colpi di testa, passetto dopo passetto.
Il locale è molto bello. Nel ristrutturarlo si sono rivolti allo studio di architettura
Naos Design di Milano, con le idee ben chiare:
Nishiki avrebbe dovuto cambiare pelle, da ristorante orientale a luogo contemporaneo d'ispirazione internazionale, vestendosi di atmosfere retrò-vintage.
Chiave del progetto la scelta di un colore dalla memoria, il Pantone 19-4524 Shaded Spruce (tradotto in italiano come “bosco ombreggato” ): quello del Lago delle Fate, un piccolo lago ai piedi del Monte Rosa, dove Xiaobo ha trascorso giornate felici della sua infanzia e le cui acque smeraldine oggi ritroviamo, evocate, sulle superfici dei tavoli del ristorante. Il bosco ombreggiato nelle 5 sale sfuma poi nelle tonalità più calde del verde petrolio a quelle più fredde del turchese e del blu pavone.
Al centro il lungo bancone del sushi-bar dove va in scena la lavorazione dei crudi, dietro al quale una vetrata lascia intravedere la cucina in cui si preparano i caldi. Il banco del sushi prosegue poi lateralmente in un bancone-bar per la miscelazione dei cocktail. Il locale è grande, circa 90 coperti diciamo "standard", più altri 50 in 6 salette privé indipendenti in cui trascorrere serate speciali, serviti in tranquillità.

Bancone cocktail col bartender Joynul Islam
L’insegna del locale rimanda alle stampe a colori della cultura
Ukyo-e e del “mondo fluttuante” che caratterizzava Edo (l’antica Tokyo) nel XVIII secolo: una cultura rappresentativa dei costumi degli abitanti della città e soprattutto dei loro piaceri. Così come il ristorante di
Xiaobo Zhou vuole essere un luogo di piacere del gusto contemporaneo. E fluttuanti sono le onde di maglia metallica dell’istallazione luminosa color champagne che scendono dal soffitto, rievocando con i loro movimenti ondulatori l’effetto visivo e i giochi di luce di un’aurora boreale.

S'inizia con un cocktail (foto Tanio Liotta, come le seguenti)

Millefoglie di tonno, besciamella, olio al tartufo e ikura
Fin qui il lato estetico. Su quello gastronomico,
Nishiki è partito dal più classico repertorio di cucina giapponese per noi occidentali – sushi e sashimi, miso soup, rolls e maki – per poi addentrarsi in formulazioni più originali. Ci sono i
Nishiki Spoons, assaggi presentati su cucchiai di ceramica per essere mangiati in un sol boccone: per chi scrive tartare di salmone, di tonno con wasabi fresco, di ricciola con salsa di rucola e semi di girasole, quindi ancora salmone ma con uova di quaglia e tartufo nero, branzino con gambero rosso di Mazara e Philadelphia... Prima, notevole il
Carpaccio di ricciola in salsa ponzu, buona ma un po' "facile" la
Millefoglie di tonno, besciamella, olio al tartufo e ikura. A seguire:
Black Cod in salsa miso godurioso,
Astice, gambero in tempura e avocado come vi aspettereste,
Fashion Roll (ossia riso avvolto da un misto di pesce scottato) piacevole.
Nel complesso una buona cucina, con qualche ingenuità: ancora non ascende all'Olimpo delle proposte asiatiche in città, ma mostra la giusta ambizione. La strada è quella corretta, e al
Nishiki già ora si sta bene.
Nishiki
corso Lodi 70, Milano
Tel. +39 02 87393828
nishiki.it
Aperto tutti i giorni a cena, a pranzo solo dal martedì al sabato