C’è il giovane Armin Causevic, bosniaco appassionato e competente, che ti racconta con passione i vini del territorio, anche quelli poco conosciuti, e passerebbe ore a parlarti del tal vitigno dimenticato, del Nascetta che andrebbe valorizzato...
C’è George Marica, rumeno che sa far giostrare la sala in modo ammirevole: è stato lui a pescare Causevic, che lavorava in un semplice agriturismo, per completare una squadra di valore.
C’è Leonardo Bielsa in cucina, sous chef un po’ svizzero, un po’ spagnolo, con la fidanzata Nicole, svizzera-svizzera di Berna, dal sorriso contagioso, lei si occupa invece del servizio, narra i piatti con amore, e non solo quelli preparati dal suo compagno.
C’è anche Orce Ilijev ai fornelli, macedone, insieme alla “nostra" Francesca Boano (ha fatto parte della super-squadra di Identità Expo), ad altri ragazzi determinati, supportati da un altro rumeno, Marcello Dobrovolsky.
E insomma una ventata d’internazionalità fertile svecchia finalmente la cucina del
Castello di Guarene, splendido
Relais & Châteaux che però indossava a tavola, fino a pochi mesi fa, paraocchi un poco asfittici, e ora si è invece aperto al mondo, che poi è il modo migliore per raccontare quest’area bellissima (anche gastronomicamente), siamo nel Roero ma la Langa è lì a pochi metri, dall’alto la vista panoramica abbraccia Alba, e «là c’è Barbaresco, lì Treiso» fa cenno colui che per primo è autore di questa svolta che ammicca al futuro.
Gabriele Boffa, classe 1987, lo abbiamo conosciuto a
Expo: anche lui come la
Bruno era nel team di
Andrea Ribaldone a
Identità, e già passava per essere un gran bel talento. Si è fatto in questi anni qualche altra esperienza importante, ad esempio in Messico da
Pujol (ce l'ha raccontato qui:
Il mio Messico in due bocconi e
Il Messico: street food e mercati) dopo che aveva già ben conosciuto la Francia – con
Yannick Alléno – e il Brasile da
Lasai a Rio de Janeiro. Una formazione
open minded che gli è molto utile, ora che deve affrontare il miglior Piemonte profondo, in una struttura da far tremare i polsi: settecentesco, il castello fu la realizzazione del sogno di
Carlo Giacinto Roero, signore di Guarene.
Oggi è hotel di lusso (dal 2014) e una tappa importante nell’itinerario del Barocco piemontese, con sedici camere da letto sontuose e una balconata che domina oltre 60 chilometri di territorio Unesco, si arriva a scorgere il Monferrato.
Boffa affronta la prova con la sicurezza un po’ spavalda che gli deriva dall’età, dal carattere, dall’orgoglio – si candida a diventare profeta in patria, lui è nato a Diano d'Alba – e dalla fiducia nei propri mezzi. Che sono notevoli, se si calcola che è qui dal 15 marzo scorso e già spiattella un menu convincente e soprattutto non banale. Fa le percentuali: «50% territorio, 30% dal resto del Piemonte, la parte rimanente viene dal mondo» e il suo sforzo è quello di rileggerlo con gli occhiali dei dintorni, «no umeboshi, no soia, ma possiamo ricreare quegli stessi gusti coi prodotti italiani, no?». Diciamo di sì, anche perché l’assaggio funziona, come quando lui pensa all'aromaticità di un peperoncino messicano e la ricrea con quello crusco nostrano.
Due degustazione (60 euro per sei portate, 80 per otto), 7 in brigata più 2 stagisti in arrivo, al massimo 35 coperti per un’esperienza di gusto che ci viene raccontata da Tanio Liotta, con gli scatti della sua fotogallery. Buona la prima!
Castello di Guarene
Via Alessandro Roero, 2 – Guarene (Cn)
Tel: +39 0173 441332
www.castellodiguarene.com