Identità Golose stima moltissimo Claudio Liu, patron dell’Iyo, e la sorella Giulia, artefice di quell’altra splendente gemma gastronomica, ancora troppo poco celebrata, che è il Gong. Sono milanesi Doc, perché della migliore milanesità – e pensiamo alla città “buona”, quella che accoglie e dà spazio a chi ha idee, passione e voglia di fare - hanno i tratti, se non somatici, certamente caratteriali: sono volitivi, preparati, abili, intelligenti, pragmatici, con un plus di cordialità e gentilezza che magari allignano meno in città, ma sono invece tratti peculiari dei due.
I Liu, con tre insegne – le citate più il Ba Asian Mood – sono il punto di riferimento per la Milano della ristorazione multietnica; incarnano il dinamismo e l’apertura odierne di una metropoli che dà segni chiari d’essersi svegliata dal provincialismo che l’aveva caratterizzata a lungo, e si apre al mondo senza paure e paraocchi.

Ichikawa a Identità Expo. Alla sua destra Masaki Okada
Sono, innanzitutto, fecondi imprenditori del food di qualità, tanti nostri connazionali avrebbero da imparare dalla loro
case history. Non ci sorprende dunque che
Claudio non si sia fatto cogliere impreparato, ora che lo chef dell’
Iyo,
Haruo Ichikawa, protagonista in cucina di quella cavalcata che ha portato il ristorante a essere il primo di cucina internazionale a ricevere la stella in Italia, ha deciso di concedersi un po’ di riposo. Passati ormai i sessant’anni, ha bisogno di rifiatare. Una perdita che sarà compensata dalla presenza dell’ottimo
Michele Biassoni a capo della cucina, con il ritorno di
Masaki Okada al banco del sushi.
A comunicare il passaggio di consegne sono stati gli stessi protagonisti: Ichikawa dunque lascia la postazione fissa al banco del sushi. Gli ultimi due anni hanno visto una graduale e studiata diminuzione delle sue presenze attive, in favore della formazione di una brigata autonoma e capace di mantenere l'altissimo livello della proposta che caratterizza il ristorante Iyo.
Spiega il comunicato: “Dopo un periodo di transizione e dopo una fase di preparazione interna al ristorante,
Ichikawa, in accordo con il titolare
Claudio Liu, si è preso una pausa dalla ristorazione, mantenendo il suo solido legame con
Claudio con cui resta viva l’idea di lavorare su nuovi progetti comuni nel prossimo futuro. Resta stabile e ben consolidata la figura dello chef
Michele Biassoni, che da ormai due anni dirige magistralmente la cucina e coordina in modo impeccabile l’interazione tra quest’ultima e il sushi banco (…). Negli ultimi mesi, dopo un periodo di assenza, il sushi banco di
Iyo ha ritrovato anche l’affezionato sushi man
Masaki Okada, reinseritosi nel naturale percorso di evoluzione del ristorante e della brigata”.
«La collaborazione con il Maestro Ichikawa ha felicemente contribuito alla storia e alla crescita del mio ristorante - è il commento di Claudio Liu – Con lui spesso ragioniamo su progetti futuri. Lo ringrazio per tutto ciò che ha insegnato alla nostra squadra ed è anche grazie a lui se oggi so di poter andare avanti contando su figure professionali di grande spessore e creatività, come Michele, Masaki e l'intera brigata».
La presenza in cucina di figure internazionali, tra Italia e Giappone, rappresenta l'elemento imprescindibile e di continuità che caratterizza lo stile culinario di
Iyo, che ha fatto di questo connubio il "marchio di fabbrica" grazie al quale la sua proposta gastronomica è sempre originale, creativa e sempre proiettata verso il futuro.
Il ristorante è stato completamente rinnovato nel design e nel comfort nell’autunno del 2016 a seguito dell’intervento dell’architetto Carlo Samarati, e può contare su un team che comprende anche il sommelier Matteo Ghiringhelli, autore di una carta dei vini che conta circa ottocento referenze e una carta dei sake in continua crescita.
Nella fotogallery di Tanio Liotta una nostra recentissima cena all’Iyo. Gran qualità, ça va sans dire.