La mia passione per la cucina è iniziata da bambino, osservando e aiutando i miei genitori durante le loro giornate di lavoro al ristorante di famiglia, assaggiando quello che mia nonna e mia madre preparavano per il mio palato giovane e inesperto. Man mano iniziavo ad avvicinarmi sempre più a questo mondo, rimanendone affascinato.
Ricordo che uno dei miei giochi preferiti era pasticciare l’impasto della pasta fresca, fino a modellare forme di animali e persone. Sono sempre stato un ragazzo creativo, con una passione per l’arte, una vocazione che mi ha portato a iscrivermi al liceo artistico, senza per questo abbandonare l’universo della cucina che, come l’arte, rappresenta un modo per esprimersi. Per questo negli anni dello studio vero e proprio ho frequentato anche corsi di cucina e di pasticceria. È stato sicuramente un periodo importante della mia vita: mi ha aiutato a comprendere meglio il binomio arte/cucina e a migliorare le doti nel decorare e impiattare il cibo.

Mattia col padre Marcello, chef de La Bandiera
Terminati gli studi, decisi che era il momento di fare nuove esperienze e conoscere altre realtà. Così, seguendo il consiglio di mio padre, andai a cena con amici al
Celler De Can Roca di Girona in Spagna, uno dei migliori ristoranti al mondo. Mi colpì così tanto per la sua semplicità e genialità che, tornato a casa, proposi subito a mio padre di andare a frequentarne le cucine in un apprendistato.
L’anno trascorso in Catalogna fu molto faticoso e impegnativo ma di sicuro gratificante. Da un lato la vita caotica di Girona mi stancava, dall'altro tutto ciò che vivevo nelle cucine dietro a un’insegna così importante mi ripagava di tutte le fatiche. Passai tutte le partite finché non mi misero in pasticceria, sotto lo sguardo attento dei maestri Jordi Roca e Makito Hiratsuka: mi insegnarono tantissime tecniche di lavorazione dello zucchero e del cioccolato, che tutt’ora utilizzo con gioia.
Sono molto grato al Celler di avermi dato la possibilità di vivere questa bellissima esperienza che mi ha aiutato a crescere sia artisticamente che umanamente: la competitività tra i giovani commis, l’esperienza dei cuochi e la disponibilità dei fratelli Roca hanno aiutato sicuramente il mio potenziale.

Mattia Spadone con il collega Lorenzo Cogo, chef d'El Coq di Marano Vicentino, più grande di 2 anni
Euforico di questa avventura, appena tornato a casa mi sono dedicato anima e corpo alla cucina, cercando di creare una mia personale filosofia. Con l’aiuto dei miei genitori e di mio fratello, rispettando la tradizione e le materie prime del mio territorio a cui sono molto legato, ho provato a dar vita a piatti che potessero rispecchiare la mia idea di “cucina”. Per me cucinare significa infatti cercare di far vivere a quelle persone che si avvicinano al mio mondo le mie stesse emozioni.