16-05-2018
A me non piace il sushi, uno dei due piatti coi quali Antonio Cuomo ha vinto The Vegetarian Chance 2018 (le foto sono di Vittorio Giannella)
È l'italiano Antonio Cuomo, chef all'Hostaria del Relais San Lorenzo di Bergamo, il vincitore della quinta edizione di The Vegetarian Chance, Festival Internazionale di cultura e cucina veg conclusosi a Milano. Cuomo sul podio ha preceduto la giapponese Yoshiko Hondo. La manifestazione ha sottolineato un approccio nuovo, necessario, al mondo veg: «Lo stesso termine cucina vegan - ha evidenziato Pietro Leemann, da sempre anima dell'evento - va ormai stretto. Meglio parlare di cucina vegetale, che richiama un contesto ben più ampio e include anche il concetto, fondamentale, di benessere delle persone»
Cuomo premiato tra Eschenazi e Leemann
«La cucina veg ha le sue prerogative che spesso mancano nella cultura dei cuochi - sostiene Leemann - I presupposti non sono solo quelli di eliminare carne e pesce, ma anche quelli di avere una dieta equilibrata e ricca di gusto, nobilitando le verdure con nuovi abbinamenti e diverse tecniche di cottura, per esaltare la materia prima».
E se è vero che le nuove tendenze associano il cibo e una corretta alimentazione alla salvaguardia del pianeta, il tema Mangia la foglia, salva il Pianeta è stato il fil rouge dell’evento, la stella polare che ha indicato questa nuova direzione.
Yoshiko Hondo, seconda classificata
Alchimia Zen, uno dei piatti di Yoshiko Hondo
Questa piccola (o grande) rivoluzione – dice Leemann - viene da dentro, nasce dal senso di responsabilità che le persone hanno verso se stesse e verso l’ambiente. È un cambio di paradigma in direzione di una nuova cultura in cui lo scopo del cibo è quello di entrare in relazione con se stessi e con gli altri. Si sente il bisogno di far diventare la tavola democratica, non elitaria, perché il cibo diventi per tutti nutrimento per il corpo e dia nuova energia, in altre parole, a psiche e anima.
Meravigliosa terra, l'altro piatto di Yoshiko Hondo
Lo chef Matteo Carelli (Svizzera), ha servito Lo gnocco in piatti neri su un letto di salsa verde accentuando così l’effetto visivo. Dal Canton Ticino ha portato la “farina bona”, l’olio del Ceresio e un aceto balsamico stavecchio ticinese. Ha insomma ricordato che nella Svizzera italiana non mancano prodotti di eccellenza. Con Mangia la foglia Carelli ha voluto abbracciare il Festival e alle foglie ha aggiunto un riuscito “formaggino” a base di mandorle. A quest'ultimo, Luca Morari di Ricola, partner dell'evento, ha consegnato il premio speciale Le 13 Erbe Ricola (nella foto), motivandolo così: «Per la sua sensibilità nel cogliere sapori e profumi trasformandoli in cibi buoni e naturali attraverso le sue creazioni culinarie presentate in concorso»
La sua tesi è a totale difesa del mondo vegetale: «Ci sono prove importanti che dimostrano che siamo stati concepiti per mangiare i vegetali, la più evidente è che la nostra dentatura non è quella tipica dei carnivori. Non abbiamo canini affilati per mordere mortalmente le prede. La nostra dentatura, invece, è molto simile a quella dei primati, che, salvo alcune eccezioni, sono tutti erbivori».
Lo Gnocco di Carelli
Mangia la foglia
Antonio Cuomo
Questi commenti di Leemann ai due piatti di Cuomo:
Pasta e fagioli, albicocche e basilico, l'altro piatto di Cuomo
A me che non piace il sushi «Le preparazioni di Antonio Cuomo sono di un’estetica che lascia a bocca aperta e sono perfette anche nel gusto. Personalmente trovo che lo chef sappia giocare molto bene con i gusti e con i contrasti: il rischio in cucina è che tutto finisca piatto, tra il dolce e il salato ma senza una vera vitalità. Antonio è invece stato capace di equilibrare perfettamente, facendo emergere le note acidule delicate. Ho trovato i cilindri fatti con l’agar agar molto buoni da mangiare e anche molto interessanti dal punto di vista della loro realizzazione. È proprio un piatto bellissimo, eccezionale!»
Cucina sana, naturale e vegetariana
a cura di
Da sempre nel marketing e comunicazione, collabora con la rivista CiBi. Ama raccontare il cibo nelle sue infinite sfumature