14-05-2017
Paolo Caratossidis, a sinistra, con Bobo Cerea, al centro. Lo chef del ristorante Da Vittorio è stato uno dei primi interpreti dell'alta cucina italiana a interessarsi agli esperimenti di ZeoCooking e alla cottura con le Zeoliti
Potrebbe quasi sembrare una storia da fantascienza: un minerale che semplicemente venendo a contatto con l’acqua, in pochi secondi, passa dalla temperatura ambiente a superare i 100°C. Ma non c’è nessun lavoro di fantasia, invece. Le Zeoliti esistono e sono state scoperte a metà del ‘700 da un chimico svedese, Axel Fredrik Cronstedt. Il nome di questo minerale è stato ispirato proprio dall’idea di una “pietra che bolle”, scaldandosi quando incontra l’acqua e producendo quindi calore e vapore. Si tratta in particolare di una famiglia di minerali (sono alluminosilicati, nello specifico), ce ne sono di molti tipi diversi in natura e a questi si devono ora aggiungere i tante creati invece dall’ingegneria molecolare umana. Le applicazioni delle Zeoliti sono altrettanto numerose, e non hanno solo a che vedere con questa capacità di innalzamento della temperatura: sono state usate in medicina per aiutare la coagulazione del sangue, nell’industria petrolchimica, nella decontaminazione di terreni inquinati, nella produzione di lavastoviglie, di caldaie e per ancora altri svariati utilizzi.
Delle piccole sfere in un contenitore, un bicchiere d'acqua: non serve altro per generare immediatamente calore
Caratossidis durante una delle dimostrazioni di ZeoCooking
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A cura della redazione di Identità Golose