18-06-2016
Skin Contact: Development of an Orange Taste è il cortometraggio ideato da Laura Michelon e Mike Hopkins, che si può vedere sul sito della casa di produzione Bottled Films: racconta la storia di tre produttori di vini in anfora italiani, di altrettante generazioni, Josko Gravner, Angiolino Maule e Daniele Piccinin
Josko Gravner
Angiolino Maule
Daniele Piccinin
La cantina di Gravner (foto Barsanti)
La serata di presentazione a La Montecchia: Maule, Gravner, Michelon, Hopkins e Piccinin
Vitigni nell'azienda di Piccinin
Foto Barsanti
La cantina Oslavia di Gravner (foto Barsanti)
Lo stango Runk nell'azienda di Gravner (foto Barsanti)
foto Barsanti
Il vigneto Hum di Gravner (foto Barsanti)
Il vigneto Runk di Gravner (foto Barsanti)
Josko Gravner (foto Mocilnik)
Josko Gravner (foto Frullani)
Josko Gravner (foto Barsanti)
Josko Gravner tra le viti
Giovedì 9 giugno il ristorante La Montecchia degli Alajmo ha ospitato, in anteprima nazionale, la proiezione del documentario Skin Contact: Development of an Orange Taste, la cui première si è tenuta a Londra il 19 aprile scorso. Il cortometraggio ideato da Laura Michelon e Mike Hopkins, alla loro prima produzione con Bottled Films, illustra la passione ed esalta l’ossimoro che svela una lucida follia appartenente a tre piccoli produttori indipendenti: Josko Gravner dal Collio friulano, Angiolino Maule da Gambellara, fondatore dell'associazione VinNatur, e Daniele Piccinin, viticultore a cavallo tra Soave e la Lessinia.
Tutti e tre creano vini con il metodo della vinificazione arcaica delle regioni caucasiche attraverso anfore di terracotta, contro le logiche del mercato. Una metodologia che s’allinea, inoltre, ai principi della biodinamica e della coltivazione biologica, e consiste nel lasciar macerare l'uva in fermentazione, bianca o rossa, a contatto diretto con le bucce. Questo processo di vinificazione permette di produrre un vino naturale dal caratteristico colore ambrato. Bandite filtrazioni e chiarifiche.
Gravner, vignaiolo e filosofo indiscutibile per carisma ed esperienza, sottolinea così la sua “visione”: «La filtrazione toglie al vino tre elementi fondamentali: lieviti, batteri ed enzimi. No alle chiarifiche, e non si filtra. Meno attrezzi si hanno in vigna e in cantina, migliore sarà il vino. L’utilizzo di basse quantità di zolfo è parte della storia della viticoltura, risale a 2000 anni fa. Quando eseguo le mie potature in vigna o i travasi in cantina consulto il calendario delle lune di Maria Thun».
In piedi da sinistra, Daniele Piccinin, Josko Gravner e Angiolino Maule con lo staff de La Montecchia (il primo a sinistra, accosciato, è Massimiliano Alajmo). Il menu prevedeva: Ravanelli all’aceto balsamico con crema di semi di sesamo ed erbette, Cannolo con crema di carote al curry e coriandolo, Cuscinetto di barbabietola, Pjzza vegetariana con tartara vegetale, Cotoletta di scamorza, tutti aperitivi abbinati a Rosa frizzante 2014 di Piccinin. Poi Orto extravergine di oliva (Bianco Montemagro 2014 di Piccinin), Risotto di zucchine, curry nero e crema di carote (Pico 2011 di Maule), Tortelli di cipolla al fumo e cenere (Ribolla 2007 di Gravner), Barbabietola travestita da “petto di piccione” con radicchi amari (Rosso Breg 2004 di Gravner) e Gioco di frutta Pan(e)tone Josko (Recioto 2002 di Maule)
Malvasia, Ribolla Gialla, Friulano, Durella, Garganega e altri sono i vitigni da cui si producono leggendari Orange Wines famosi in tutto il mondo. Nel film le testimonianze straniere attestano anche la versatilità di abbinamento con cucine di tutto il mondo, dai piatti più strutturati alle proposte gastronomiche più semplici, l’equilibrio resta perfetto.
Vale la pena chiudere ancora con le parole di Gravner, pronunciate per l'occasione: «Vorrei anzitutto ringraziare Laura e Mike, mi sembra che abbiano fatto un lavoro molto bello perché semplice, quindi in linea con il tema trattato, mandando un messaggio preciso: si possono fare buoni vini rispettando il territorio e intervenendo il meno possibile in cantina. Grazie ai fratelli Alajmo, a tutta la famiglia Alajmo, per quest’occasione che hanno propiziato. Verso di loro nutro un senso di gratitudine, per tutto quello che fanno per la cucina e per il mondo del vino, quindi per il nostro benessere«.
foto A. Barsanti
Il film è visibile sul sito di Bottled Films al costo di 5 euro; può essere acquistato con sottotitoli in inglese o in italiano.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione