Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina: “Questo è un invito sui generis ma da qualche parte si deve pur iniziare a parlare con voi chef. Qui c'è il meglio, ma non il tutto, ma tra il fare e il non-fare, meglio il fare”.
Martina 2: “Il Forum della Cucina Italiana deve essere visto come uno strumento stabile di lavoro tra le istituzioni e il mondo della ristorazione. E’ un’opportunità, cose reali su cui lavorare per lasciare dopo l’Expo un’eredità strutturale”.
Martina 3: “Auspico che il Forum sia poi istituzionalizzato dai ministeri, animato dalle istituzioni. Immagino il Ministero delle politiche agricole assieme al ministero dei beni culturali o al ministero dello sviluppo economico o quello per esempio dell’istruzione, questa interazione sono fondamentali per lavoro con voi, partiamo intanto con questo progetto. Se discutiamo di promozione estera, sarà bene coinvolgere il ministero degli esteri. L’importante è avere qualcuno che traini”.
Martina 4: “Vogliamo creare uno strumento di lavoro stabile, che prescinda da Martina e da Paolo Marchi, che prescinda da voi e che potenzialmente possa essere usato in futuro anche da altri. Nel presente, il prossimo appuntamento sarà a luglio all’Expo a Milano e vedrà presenti altre 3 o 4 ministri”.

Igles Corelli e Massimo Bottura, selfie per ricordare una giornata importante per la ristorazione italiana
Così si è espresso il ministro
Martina per salutare i quasi 30 chef (e non solo chef tra loro) che hanno accolto il suo invito a dare vita ieri, lunedì 2 marzo, al primo (e certo non ultimo)
Forum della Cucina Italiana, nella circostanza a Roma. A seguire, ognuno è stato invitato a dire cosa non va nel mondo della ristorazione e cosa si potrebbe fare perché i tanti momenti felici che cuochi, sommelier, ristoratori vivono vadano a formare un sistema forte, compatto e vincente, che prescinda da chi oggi è in auge e domani diventerà una vecchia gloria. Questo in un mondo dove l’ego è smisurato, al punto che molti, troppi ricordano il comico
Paolo Rossi quando diceva che sulla maglia del milanista
Dejan Savicevic non era scritto il numero 10, bensì il pronome IO.
Forse per la prima volta, i riferimenti stati concreti, non i soliti piagnistei perché tizio ha perso la stella o caio è stato scelto per una missione all’estero, senza ovviamente averne titolo, secondo il trito copione che il giornalista o l’assessore sono bravi se incensano o scelgono me e solo me. Tra i numerosi appunti adesso ne scelto uno, di Niko Romito, chef e patron del Reale Casadonna a Castel di Sangro in Abruzzo, perché rende bene l’idea del forum: “Siamo piccole Ferrari, le istituzioni ci devono dare un’autostrada, non delle strade di montagna, per poter correre”. Al pari della concorrenza mondiale, aggiungo io.

Foto ricordo con ministro, da sinistra verso destra si riconoscono Niko Romito, Antonio Santini, Fulvio Pierangelini, Antonello Colonna, Gennaro Esposito, il ministro Maurizio Martina, Cristina Bowerman (è la lei con i capelli rosa), Aurora Mazzucchelli, che nasconde in parte Enrico Cerea, Antonia Klugmann, Paolo Marchi, Moreno Cedroni, Norbert Niederkofler, Cesare Battisti, Ugo Alciati, Corrado Assenza, Franco Pepe, Alessandro Pipero e Pino Cuttaia
Dopo due ore e mezza di discussione e confronto, la chiusura del ministro. Ecco il passaggio più importante: “Qui c’è stata una riunione vera, non un giro di tavolo banale. La prima questione è politica: chi siete? Queste operazioni avanzano solo se siete voi a portare avanti una nuova proposta. Una semplice operazione di palazzo non riesce a portare avanti la vostra proposta autonomamente, dovete avanzare VOI una proposta e aiutarci a portarla avanti.
“Siamo nel frangente più importante, se non ora quando? Da individualità a fatto collettivo, l’Expo è un'occasione importante. Fate più voi che un assessore regionale. La scommessa politica che Expo permette è un’Identificazione del soggetto chef. Dalle scelte private ci si deve muovere verso delle scelte pubbliche”. A luglio il prossimo appuntamento.