Carlo Cracco entra nelle case degli italiani. Uscendo (virtualmente) dalla Galleria Vittorio Emanuele II per far (realmente) ingresso in una new gallery: un’elegante boutique che corre via Internet. «La bottega online è il nostro modo per arrivare a tutti. Anche a chi non è a Milano. È l’estensione del nostro Café e soprattutto della nostra pasticceria. Certo, per noi è il primo passo in un mondo veloce e in movimento. Ma ci stiamo mettendo tutte le energie per fare le cose bene», aveva spiegato lo chef, in occasione della presentazione ufficiale dello shop.carlocracco.it, nello scenario teatrale di quella sala Giuseppe Mengoni posizionata un piano sopra il ristorante e intitolata all’artefice dell’ottocentesco Salotto di Milano. Una previsione oggi ancora più attuale, in periodo di isolamento forzato.

Un salotto che finisce in rete. Per essere alla portata di chiunque abbia voglia di qualcosa di buono e di bello. «Si tratta di prodotti freschi, preparati da noi, qui nel laboratorio di pasticceria. Oppure di prodotti accuratamente selezionati, in sinergia con fornitori di fiducia. Prodotti che comunque possono viaggiare. Andando dal vicino al lontano», prosegue
Carlo. Che non dimentica di far sfilare i
Baci di Cracco, gli iconici biscotti messi a punto dal pastry chef
Marco Pedron. Baci che somigliano ai macaron, ma che macaron non sono. Baci che ricordano i baci di dama, ma che divengono più
fancy e
funny. Due frolle colorate - messe a punto con
Petra 5, farina di mandorle (più delicata di quella di nocciole) e frutti in polvere - tenute insieme da farciture ebbre di
Inspiration di
Valrhona: allo yuzu, al lampone, al passion fruit, alla fragola e alla mandorla. A cui si aggiunge quella al
Gianduja Noisette Lait. Per una collection raffinatamente rock. E a portata di clic.
Ma altre sono le golosità griffate
Cracco. Vedi la
Torta Caprese, in versione tradizionale e al limone; la
Sbrisolona, realizzata con
Petra 5, farina di mais, noci pecan e pistacchi; nonché i biscotti. Fragranti, friabili e dalla foggia rettangolare. Proposti in un coffret da trenta pezzi e ideali in pairing col tè (sempre in vendita online).
Senza dimenticare i grandi lievitati, diventati veri cult. Come la Colomba. In declinazione classica e con arancia, albicocca candita e cioccolato Guanaja. Alla base? Un impasto nutrito dalla farina Panettone di Molino Quaglia. «Ma tornerà anche il Panfico», annuncia Pedron. Fiero di un dolce preparato con Petra Evolutiva, fico e limone canditi, uvetta al profumo di fava tonka, glassa alle noci pecan e nuance di caffè.
Ma nella dispensa di
Cracco non mancano le creme spalmabili e i cioccolatini. Rigorosamente serigrafati: al cioccolato al latte
Orizaba e arancia; al
Guanaja e miele d’acacia; al fondente (del Madagascar)
Manjari e lampone. Non da ultimo un distillato, pensato per chiosare un pranzo o una cena importante: L’Amaro Bianco. Il primo di una serie di spirits. Figlio di erbe e piante aromatiche (dall’achillea millefoglie al timo serpillo, dai fiori di ibisco alla radice di genziana, passando per boccioli di rosa damascena, corteccia di china rossa e semi di coriandolo) e frutto di un intero anno di prove e dosaggi, sostituzioni e aggiunte. «Si tratta di un amaro bianco e biologico. Senza colore e coloranti. Seguiranno un gin, un vermouth e un limoncello», annuncia lo chef.
Per sei mesi l’intera gamma sarà acquistabile anche su Amazon, grazie al progetto Amazon Campus Challenge, la cui mission è avvicinare quelle aziende che producono e vendono creazioni artigianali attraverso l’e-commerce.