A Napoli la Pescheria Mattiucci è un’istituzione. È un luogo di vendita e degustazione di pesce freschissimo, aiutato da uno spirito imprenditoriale giovane e dinamico. Forte del consenso ricevuto in patria, uno dei fratelli Mattiucci ha aperto a maggio 2010 una succursale a Londra, +44.(0)20.72293400, alla conquista di palati britannici e intercontinentali. La pescheria si trova al civico 8 di Blenheim Crescent, vicino a Portobello, un po’ schiacciata fra altri negozietti colorati. Ha una porta finestra bianca incorniciata d’azzurro, così piccola che rischi di non notarla. L’insegna recita: Pescheria Mattiucci Fish Boutique, dove “boutique” va inteso non nell’accezione modaiola-chic, ma in quella originale di laboratorio artigianale. Qui si lavora e si offre alla vendita al dettaglio pesce freschissimo e, nella versione ristorante, manipolato il meno possibile.
Se nella sede campana la varietà del pescato è chiaramente molto più ampia, nella City arriva solo ciò che può essere fornito dai pescherecci di famiglia che scorazzano al largo tra Campania e Sicilia. E quindi ricciole, cernie e tonni pescati a Marsala e gamberoni dalla testa violetta catturati con reti intrecciate dal gozzo di Marina di Camerota. Il tonno è pescato all’amo: la famiglia Mattiucci possiede un’antica licenza che definisce le quote di pesce che gli è consentito catturare. Raggiunta quella, basta.

Parmigiana di pesce bandiera
La famiglia, in parte siciliana e in parte napoletana, è un alternarsi generazionale di
Luigi e
Salvatore e, seppur non si possa parlare di pedigree aristocratico, l’attività della famiglia
Mattiucci è documentata dal lontano 1849 quando il capostipite
Luigi, ostricaro, gestiva un baracchino di frutti di mare sul lungomare di Santa Lucia. Il nipote da ambulante diventa "stabil", aprendo una piccola pescheria nei quartieri popolari, fino ad arrivare ai giorni nostri, con la
Pescheria Mattiucci di vicolo Belledonne a Chiaia, +39.081.2512215. In cucina c'è
Diego Simonetti, per tutti
Dieghino, sfoggia una sorriso largo e aperto da scugnizzo e un ritmo di lavoro da milanese. È lui che cura tutte e tre le pescherie dei Mattiucci, perché ce n’è una terza, anch’essa aperta da poco, a Milano, in via Vincenzo Monti 56, + 39.02.48009316.
A Londra Luigi organizza anche corsi di cucina il lunedì mattina fino a ora di cena, a pescheria chiusa. Accorrono clienti non sono solo italiani alla ricerca nostalgica di pesce veramente fresco, ma anche molti londinesi. E sono in maggioranza uomini, che amano cucinare e partecipare con entusiasmo ai corsi di preparazione del pesce. Si può cenare tutte le sere, tranne la domenica quando l’apertura è solo a pranzo. L’arredo non è una copia conforme della pescheria partenopea, ma gioca ugualmente con il bianco delle mattonelle, decorate con disegni o scritte a pennarello, con tanto azzurro e blu oltremare. Una concessione allo stile nordeuropeo viene dai due banchi di scuola in legno, sopravvissuti agli anni Cinquanta, e oggetti provenienti dai vicini laboratori artigiani di ceramica e vetro. Nel complesso è tutto un richiamo nostalgico, con un calciobalilla e una bilancia da mercato d’epoca, da decenni di proprietà di famiglia.

La filosofia è chiusa nell’amore e nel rispetto per il mare, per le sue risorse e per la materia prima e si professa attraverso alternative semplici e gustose, che mai coprono o mortificano. La piccola scelta di vini è allestita con rincari, per Londra, moderati. Il menu varia giorno per giorno, come il pesce. Tra i classici, ricordiamo la Parmigiana di pesce bandiera, le grigliate di tonno e pesce spada, i marinati al succo di arancia, i Gamberoni viola accompagnati da verdure grigliate. Con una freschezza che non fa rimpiangere il golfo di Napoli.