Ancora qualche giorno e aprirà l’atteso Eataly meneghino sulle ceneri del Teatro Smeraldo. Cadrà il 18 marzo, una data non casuale perché prima delle Cinque Giornate che liberarono la città dal dominio austriaco. «Oggi come allora», ha spiegato Oscar Farinetti questa sera, al cuore di un’affollatissima presentazione alla stampa, «l’Italia ha bisogno di risorgere. E noi cercheremo di contribuire nel nostro piccolo, che significa dai 300 ai 400 posti di lavoro».

Sul palco, musica live di giovani emergenti ogni sera
«Intanto», illustra il patron, «siamo in un colosso architettonico di 5.000 metri quadrati spalmati su 4 piani, con 19 luoghi di ristoro, 2 aule didattiche, 10mila prodotti in vendita, 5 luoghi di produzione a vista e 2 sale riunioni. Più altri due piani sottoterra che non vedete perché stipati di merce e persone che garantiscono che tutto funzioni nei 4 piani esposti al pubblico». «Solo per rimanere al piano terra», prende
Farinetti per mano i numerosi disorientati da tanta inaspettata grazia, «potete trovare subito all’ingresso un ricco reparto libri, un debito culturale che abbiamo voluto riconoscere allo
Smeraldo, assieme alle gigantografie dei più grandi artisti che si sono esibiti al Teatro, da
Mina a
Lucio Dalla, da
Gaber e
Jannacci a
Ray Charles».

ASSEDIATO. Oscar Farinetti
E poi, una cascata di “ciccia d’autore”: «C’è l’angolo dei fratelli
Maioli, ristoratori di Cervia custodi della piadina originale. I panini di
Alessandro Frassica detto
‘Ino, uno dei più grandi specialisti al mondo in materia di panini espressi. E
Lait, il gelato pensato da
Ugo Alciati,
Gigi Terzolo e
Luca Montersino: è ottenuto da latte di razza piemontese di montagna, mucche che danno 4 litri e mezzo contro i 50 di una mucca normale, una grande idea. E ancora, la pasticceria di
Luca Montersino dal Piemonte, con un carico di zucchero molto basso. Il caffè di
Lavazza, che ha creato una miscela apposta per noi, le verdure di
Sergio Fessia, la macelleria della Granda di
Sergio Capaldo, il cioccolato di
Venchi…».

Ancora pochi dettagli per mettere a punto il venticinquesimo store di Eataly nel mondo, l'undicesimo in Italia
Una lista che gli spazi angusti a noi dedicati non consentono di esprimere appieno. Ma, come sali al secondo dei 4 piani, quello dedicato al fresco, ecco arrivare al punto che sta più a cuore a noi di
Identità: c’è una raggiante
Sandra Ciciriello al bancone del pesce fresco ad anticipare lo sguardo altrettanto felice di
Viviana Varese appena dietro, nella nuova casa di
Alice, l'ammiraglia gourmet del complesso. E’ una vera astronave con vista su piazza XXV Aprile, con back office faraonico in cui lavoreranno 15 persone per sfamarne al massimo 50. In sala colpiscono i tavoli in legno massello di briccola e attira lo sguardo un tavolone oltre l’ingresso, in kauri millenario della Nuova Zelanda, disegnato da
Renzo Piano: «E’ un social table», si illumina
Viviana, «per 12 persone. Un luogo per condividere il piacere della buona cucina, accanto anche a degli sconosciuti». Che poi la cucina sia buona, garantiamo noi. Così come sui fritti a diffusione ormai mondiale di
Pasquale e
Gaetano Torrente, appena lì accanto a distribuire cuoppi di alici fritti.
Di tutti gli angoli e i 15 "ristorantini" non citati e sparsi nei 4 piani, abbiamo giusto lo spazio per citarne uno, quello più prominente. E' lo stesso palco da cui ha parlato Oscar Farinetti, una piattaforma semicircolare affacciata sull’interno del mercato. «Ogni sera suoneranno qui sopra artisti emergenti sempre diversi. Daranno continuità ed enfasi alle tante eccellenze che assaggerete qui o che vi potrete portare a casa». La colonna sonora non stop dell’apertura più attesa di questo caliente inverno milanese.