Identità Golose è tornata a essere, a quasi un anno di distanza dall’appuntamento “cucinato” nel 2012, il partner di Expo 2015 sulla piazza più prestigiosa e più difficile che vi sia per l’evento che Milano ospiterà tra 19 mesi, quell’esposizione universale alla quale hanno aderito già 130 Paesi. Sono tanti, lo spazio è praticamente saturato e quello tenuto da parte, come il tavolo per l’eventuale last minut di un vip, è riservato a quel pugno di nazioni, in pratica tutte di lingua inglese, che si dovrebbero aggiungere a metà ottobre, ad esempio Australia e Gran Bretagna. E sopra a tutte gli Stati Uniti.

Renzo Piano brinda a Expo 2015
E allora eccoci giovedì sera, 26 settembre, sulla Quinta Strada all’interno del ristorante
Manzo, chef per una sera
Carlo Cracco, per una iniziativa di
Expo affidata a noi di
Identità con la collaborazione di
Eataly, presente il padrone di casa
Oscar Farinetti. L’occasione? Triplice: l’inaugurazione della personale di
Dante Ferretti al
Moma (dello scenografo marchigiano, tre volte premio Oscar, la mascotte della kermesse 2015), la visita in America del presidente del consiglio
Enrico Letta e il lancio di
Identità New York, dal 4 al 6 ottobre prossimi, sempre nel megastore della qualità italiana che dà su Madison Square Park. Obiettivo: compiere un ulteriore passo in avanti verso il sì definitivo degli Stati Uniti, risposta positiva che il comitato organizzatore si aspetta per il 17 ottobre in concomitanza con l’incontro del premier
Letta con il presidente
Obama, sempre che per allora vi sia ancora a Roma un governo e non solo macerie.
La stabilità istituzionale è un valore fondamentale anche in chiave Expo e da Eataly tutti si sono fatti in mille per lasciare i problemi interni fuori dal ristorante. Almeno per un’ora. Letta è stato accolto dall’amministratore delegato (e commissario unico) di Expo Giuseppe Sala e da Farinetti, di suo renziano e fortemente convinto che il futuro del Paese passi per un Pd rigenerato. Farinetti ha preso con sé gli ospiti e li ha portati fin sulla soglia del ristorante Manzo dove erano attesi per il benvenuto di rito a stampa e ospiti d’onore come, ad esempio, l’architetto e neo-senatore a vita Renzo Piano.

Enrico Letta con Oscar Farinetti a Eataly New York
Prima ha parlato
Sala e poi
Letta che aveva acconto a sé
Cracco, capelli corti e sguardo soddisfatto. Parole per entrambi rivolte al futuro e alle straordinarie opportunità economiche e di immagine che un simile evento garantisce a chi lo ospita, nel bene e purtroppo pure nel male. Purtroppo tutto quello che accade a Roma si ripercuote pure su Milano e il 1° maggio 2015 appartiene a un domani vicinissimo.
Letta si è scusato ma non si è fermato a cena. Lo aspettava il volo di rientro a Fiumicino e i problemi legati al futuro del governo. A tavola in ottanta. Cracco ha subito proposto Tuorlo marinato e pappa al pomodoro, con il primo appoggiato sulla seconda e tutti che hanno rinunciato alla scarpetta solo perché il pane non era previsto. Quindi Risotto allo zafferano con midollo, cottura perfetta con, al mio tavolo, lo scrittore Gay Talese, classe 1932, a domandare come facevano i chicchi a rimanere separati. Piatti puliti esattamente come per la terza portata: Vitello impanato alla milanese con zucchine alla menta. Mi è venuto facile, visto che la Milanese era a cubi e non a fetta unica, lodare una Cubo-Letta.

Lo scenografo, tre volte premio Oscar, Dante Ferretti con Carlo Cracco
Milano anche al momento del dessert con il
Panettone Milano – New York pensato e preparato da
Katia Delogu, pasticciera di
Eataly, un bauletto di pasta choux per bignè ripieno di panettone, crema al caffè, mandorle. Tanto gustoso quanto incredibilmente leggero. E nei bicchieri, di volta in volta, Vespa Bianco 2011 di
Bastianich, Inferno Valtellina Superiore 2009 di
Nino Negri, Barolo La Rosa 2001 di
Fontanafredda e Moncucco Moscato d’Asti 2011 sempre di
Fontanafredda. A complimentarsi con
Cracco, a nome di tutti,
Renzo Piano, al leggio con un bicchiere di vino in mano e un gran bel sorriso sul volto. Poi chiuderà
Farinetti: “L’Expo 2015 è un’occasione per noi italiani per fare bella figura. Certo che ci viene più facile criticare che costruire, spero che si smentisca per una volta la propensione a fare la figura dei pirla”.