28-04-2013
Il Baccalà, salsa topinambur e rosa di Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia (Ancona), interpretazione del baccalà di domani che troveremo a Roma venerdì 17 maggio. Nei giorni a seguire, la Cheesecake di baccalà nell'oggi di Marianna Vitale del ristorante Sud di Quarto (Napoli) sabato 18. E infine il Baccalà (di ieri) con crema di ceci di Gennaro Esposito della Torre del Saracino di Vico (Napoli), domenica 19. Per informazioni e biglietti sul Roma Food and Wine Festival, clicca qui
Terzo capitolo del lato cucina gastronomica del Roma Food and Wine Festival, 17-19 maggio 2013. Dopo cous cous e pollo, affidati rispettivamente alle triadi Ferrari-Delcourt-Apreda e Cerea-Scarello-Bowerman, ci occupiamo oggi del baccalà. La primogenitura della tecnica di salagione del merluzzo bianco spetta in teoria a pescatori di provenienza basca i quali, leggenda vuole, spingendosi al capo opposto dell’isola di Terranova, in Canada, scontrandosi con un folto plotone di merluzzi, li pescarono e decisero che, per conservarli, avrebbero dovuto salarli alla stessa maniera della carne di balena. Piatto nazionale in Portogallo, il baccalà ha conosciuto una tremenda fama anche tra i nostri confini, sebbene sia spesso confuso con lo stoccafisso, il merluzzo essiccato su rastrelliere in legno che ha reso celebri le isole Lofoten in Norvegia. Se, quindi, baccalà all’anconetana o alla Vicentina sono in realtà piatti che utilizzano lo stocco e non il baccalà, quest’ultimo è celebrato in una miriade di versioni.
La Cheesecake di baccalà di Marianna Vitale (foto Porzioni Cremona)
Chi meglio di Gennaro Esposito può interpretare il baccalà di ieri? «A Roma lo porteremo in abbinamento a una crema di ceci», rivela telegraficamente il cuocone di Vico, ultimo capitolo, più easy, di un percorso che negli anni lo ha visto in carta a Seiano in declinazioni anche molto più complesse. Per esempio confit in un Risotto con fichi secchi del Cilento e basilico. O in forma delle sue trippette negli Zitoni spezzati con carciofi arrostiti, un uso spurio in menu in questo preciso momento.
E l’oggi della corregionale Marianna Vitale? Vuol dire (e vorrà dire a Roma) Cheesecake di baccalà, «un piatto cui sono molto affezionata perché è in carta dagli inizi in cui aprimmo a Quarto, quattro anni fa. Nacque da un viaggio in Sicilia, a veder il tortino di ricotta infornata. Il baccalà è cotto nell’infusione di un olio campano. Un felice incontro tra sapido, dolce e speziato». Ma, soprattutto, «Il baccalà ha un grande valore antropologico perché quel sale s’annida il valore di quanto noi Italiani abbiamo viaggiato e scambiato».
Il Risotto con fichi secchi del Cilento, baccalà e basilico di Gennaro Esposito
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A cura della redazione di Identità Golose