Si è chiusa ieri sera la prima edizione di Food & Design, una 3-giorni corsa in parallelo al Fuorisalone del Salone del Mobile, preparata assieme da Rcs Mediagroup e Identità Golose, che ha scelto e coordinato il lavoro di dieci cuochi in dieci showroom di cucina, chef bravissimi a spadellare, in ognuno dei 3 giorni dalle 19 alle 23, per centinaia di designer ghiottoni. A sommare tutti i piatti consumati, dovremmo in realtà parlare di migliaia se pensiamo ad esempio che il solo Cesare Battisti, impegnato da Valcucine, ha dovuto servire in una serata 322 Risotti con verdure ed erbe di primavere fresche, cotte e croccanti. A un certo punto la distribuzione delle vivande è trasmigrata fuori, sotto i portici di corso Garibaldi perché l’afflusso di persone faceva traboccare lo showroom.
Quasi le stesse cifre per Andrea Berton, che in via Statuto ha impiattato 250 Focacce di Recco (con controfiletto di manzo crudo e composta di pomodoro piccante) sopra delle pentole rovesciate, con le persone che venivano fatte entrare a gruppi di 30 alla volta, nello showroom di Agapè ricavato su 3 piani. E il cuoco friulano sempre lì per tutta la durata, disponibile a parlare della sua pietanza e a scherzare con tutti.

Giovanni Ruggieri, chef del Refettorio di Milano, qui nello showroom Cesar
Dai ragazzi del
Bento, autori di una gettonatissima
Tagliata di calamaro da
Rossana, c’erano invece quelli che provavano ad accreditarsi due volte, con
Golam Sarwar e Antonio Scognamiglio pazienti nello spiegare a chiunque la genesi del piatto. Tutto bene, poi, da
Matteo Torretta da
Scavolini in piazza Missori: centinaia gli assaggi del finto riso (finocchio) preparati, con la sambuca che incuriosiva per la sua capacità di disperdere le sue tracce alcoliche in forma di spuma. Idem per i risotti al pomodoro dei
Costardi, una passione nata a studiare dalle suore, raccontavano. Risotti che da
Arclinea venivano riversati nell’artistico barattolo attraverso un imbuto di metallo dal tronco largo. «L’abbiamo comprato su eBay perché non se ne trovano più di simili», spiegavano al pubblico, «l’abbiamo pagato 3 dollari più 45 di spedizione».
Da
Dada, invece,
Fabio Pisani di
Aimo e Nadia ha dovuto illustrare 100 volte in una sera il procedimento che trasforma gli spaghettoni crudi in cous cous: con 300 persone a sera, fatte entrare nello showroom di via Larga a gruppi di 3 alla volta, il calcolo è fatto. Ma
Pisani rispondeva a tutti con la stessa passione «che mette il sole sulla mia terra», la Puglia. E allo stesso modo, si sono srotolati tutti gli altri assaggi di
Viviana Varese all’
Ilve, di
Giovanni Ruggieri da
Cesar e
Alice Delcourt da
De Longhi ie
Giovanni Giberti da
Febal. Ghiottoni, bontà e sorrisi ben testimoniati dalla fotogallery qui in basso, a cura di
Sonia Santagostino.