25-01-2012
Björn Frantzén, cuoco del Frantzén/Lindenberg di Stoccolma in Svezia, sul palco di Madrid Fusión, questa mattina. La sua lezione verteva sull'importanza della "carne" di rombi e capesante, da salvaguardare l'istante immediatamente successivo alla pesca. A Milano esporrà concetti simili, ma applicati alla renna, in occasione di Identità di carne, martedì 7 febbraio
Un filo lungo e spesso continua a legare i cuochi scandinavi a quelli spagnoli. Persino ora che i fasci abbaglianti che sprigionano tra Copenaghen e Stoccolma sembrano aver gettato ombra sulla Nuova cucina iberica, in presunto calo di popolarità perché, ad esempio, orfana temporaneamente del rey Adrià. Ma occorre che noi si diffidi delle sentenze che cambiano un anno (un mese, un giorno) con l’altro, spostando l’epicentro dello sciame gastronomico mondiale una volta di qua, una volta di là. Occorre che noi si sfumino i confini geografici, perché di liquido c’è la società ma soprattutto i confini inter-statali, mai così ballerini come oggi.
E infatti, il mantra che ascoltiamo a Madrid Fusión tra Björn Frantzén, Magnus Nilsson e Magnus Ek, trio svedese in gita di lavoro in Spagna, è identico a quello dei vari Dani Garcia, Arzak papà e figlia o del redivivo Marcelo Tejedor. Sono tutti cuochi che a turno svicolano dai riflettori, si piazzano dietro ai fari sparatissimi del palco del secondo gastro-congresso più antico di Spagna e li puntano sui produttori.
Rombo intenerito e capasanta viva, primo piatto presentato da Frantzén a Madrid Fusión
È l’ora dei piatti, eseguiti al motto bipartito «necessità dell’ingrediente, libertà di tecnica». La seconda parte è quella che pertiene direttamente a Frantzén: si chiama Rombo intenerito e capasanta viva, un’inclinazione alla rawness, alla crudità, già palese nel nome. Il rombo, trattato alla maniera di cui sopra, è sfilettato a sashimi sopra del burro salato fatto in casa, con leggera riduzione di brodo di pollo e uno spruzzo di soia, che dà umami sul fondo del piatto (di ardesia, Redezpi-style). Anche la capasanta, viva e quindi dolce, è tagliata a strisce sottili. Chiude il quadro nordico un’infusione di cavolo nero infuso, emulsione d’alghe, zest di limone, sale marino e tartufo nero.
Scampi al succo di semi di mele, secondo piatto del cuoco svedese a MF
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
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