23-01-2016
75mila euro di multa o una condanna fino a 2 anni di carcere: sono le pene previste in Francia per un reato che in Italia nemmeno esiste, quello dello spreco alimentare. La nuova legge, definitivamente approvata in Francia pochi giorni fa, si pone infatti l’obiettivo di far cambiare alcuni numeri, in particolare i 30 chili di cibo sprecato all’anno pro capite, che corrispondono a 20 miliardi di euro gettati. Il problema dello spreco non è solo una questione di cibo o di soldi ma in primis di preziose risorse naturali come acqua potabile, suolo fertile e aria pulita consumate sia per la produzione di cibo, che non viene consumato, ma anche per il suo smaltimento. Questa norma, introducendo il concetto di reato di spreco di cibo, si rivolge a tutta la filiera, dalla grande distribuzione e ristorazione. In particolare i ristoranti che servono più di 180 coperti al giorno hanno ora l’obbligo di mettere in pratica diverse iniziative per azzerare gli sprechi. Tra queste c’è l’obbligo di proporre ai propri clienti di portare a casa il cibo avanzato nel piatto. Come in Italia, anche in Francia, la clientela è piuttosto restia a chiedere la doggy bag e portare a casa gli avanzi. Ma se anche dovessimo vincere i nostri dubbi e riporre nel nostro frigorifero quel mezzo piatto di pasta avanzato al ristorante, quante sono le probabilità di consumarlo senza sprecare né cibo e né packaging? Le probabilità di consumo scendono esponenzialmente ad ogni ora che passa. Sicuramente quello della doggy bag è un modo per spostare la responsabilità di spreco e smaltimento del cibo dal ristoratore al consumatore.
La mezza porzione
Ugo Alciati
Tecniche, ingredienti e iniziative della ristorazione attenta all'ambiente e agli ideali di Expo 2015, viste da Lisa Casali
a cura di
Scienziata ambientale ed esperta di cucina sostenibile, è autrice del blog Ecocucina su D di Repubblica e di 5 volumi tra cui “Tutto fa brodo”, "Autoproduzione in cucina" e "Cucinare in lavastoviglie". Ha condotto The CooKing Show su Raitre