Sergio Falaschi
Galetto in vescica
Dolcezze Clèa a Milano, la pasticceria di nuova generazione che gioca tra dolce e salato
Fabio Motta, classe 1980, titolare dell'azienda omonima, indirizzo Vigna del Cavaliere 61 a Castagneto Carducci (Livorno), telefono +393461403750
Bolgheri è un anfiteatro di vigne racchiuse fra colline e mare, con altitudini diverse al suo interno che variano da pochi metri fino a quasi 400 metri. Questa forma particolare determina un microclima unico e caratterizza i terreni, che sono per lo più di natura sedimentaria: la parte più vicina alle colline è prevalentemente argilla - e si tratta della parte migliore per la vite, ossia dei terreni capaci di trattenere l’acqua anche in questi anni di frequente siccità - mentre avvicinandosi al mare aumentano le sabbie. Il tutto, s'intuisce facilmente, gioca a favore di una grande varietà di espressioni e declinazioni.
Bolgheri è un terroir molto apprezzato dalla critica enologica e dai consumatori di mezzo mondo nonostante la sua storia relativamente breve, con la Doc riconosciuta solo nel 1994 e la sua fortuna iniziale dovuta negli anni Quaranta del Novecento agli Incisa della Rocchetta e alla loro intuizione di allevare vitigni come il Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Fra i primi presenti sul territorio e a portare avanti una sua idea di vino c’è stato Michele Satta, ed è da qui che inizia anche questa storia.
Fabio Motta, classe ’80, è agronomo e viene da Milano. Nel 2000 prende parte alla sua prima vendemmia da studente universitario da Michele Satta, con il quale instaura subito un legame che continua a coltivare, tornando più volte in azienda, diventando poi anche parte della famiglia (ne ha sposato successivamente la figlia, Benedetta).
Le vigne
Il paesaggio
Motta produce 30mila bottiglie all’anno e i vigneti sono già certificati biologici, in futuro lo saranno anche i vini non appena l’intero processo di vinificazione potrà avvenire nella nuova cantina. Le sue etichette - tre rossi e un bianco - sono accomunate da eleganza e luminosità (la stessa garantita alle vigne dall’esposizione ai raggi del sole), sono vini che tendono al mare, con la brezza marina che ogni giorno sale nei filari, a asciugare l’umidità della notte.
Il Bolgheri Rosso DOC i Pievi – Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon - è un vino leggiadro, morbido, che fa affinamento in acciaio e poi in tini. Nella nuova cantina - dice Motta – vi utilizzerà anche in cemento. Lo Scudiere Rosso Toscana IGT è invece un Sangiovese in purezza, con una percentuale che varia ogni anno di uva non diraspata. Un bel frutto succoso in bocca, questo vino è prodotto in poco più di 3mila bottiglie all’anno ed è omaggio nel nome a Michele Satta, che fu il primo a tentare la via del 100% Sangiovese in zona con un vino che si chiama Cavaliere.
Le Gonnare 2017 e Le Pievi 2019
Fabio Motta, con la sua interpretazione fresca e originale, è la riprova che in una zona dove sono presenti i marchi più famosi della viticoltura toscana e non solo, c’è ancora spazio per le piccole produzioni di qualità che ricercano le diverse espressioni del terroir bolgherese.
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Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola
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